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L'ingresso nella Giunta della CCIAA e la nascita della Co.Fin.Art. (1975 - 1979)

Gli artigiani in fiera alla mostra di Firenze del 1976Foto archivio Confartigianato Novara Verbano Cusio Ossola

Nel 1975 l'azione sindacale trova un nuovo momento fondamentale nell'organizzazione della prima manifestazione unitaria degli artigiani piemontesi, organizzata a Torino nel novembre.

Sul tavolo importanti problemi: il nuovo sistema fiscale che incide in modo troppo oneroso sulle imprese artigiane e la richiesta di modifica del sistema contributivo dell'INPS, mentre si impongono parimenti scelte normative per qualificare il lavoro artigiano e tutelare gli artigiani veri dagli abusivi.

Lo sviluppo dell'impresa artigiana richiede sempre più strumenti legislativi e creditizi a sostegno.

Nel 1976 viene nuovamente rifinanziata Artigiancassa, mentre passi importanti vengono fatti in ambito regionale.

La Regione accogliendo le richieste di Confartigianato aumenta l'importo del finanziamento concesso ad ogni singola impresa artigiana per impianti e scorte, mentre la Camera di commercio di Novara stipula una nuova convenzione con i principali istituti di credito per l'erogazione di finanziamenti agevolati alle imprese artigiane novaresi.

Da ricordare che, proprio quell'anno, viene ricostituita la Giunta della Camera di commercio di Novara.

Le associazioni artigiane minoritarie propongono e vedono eletto un loro rappresentante.

L'Unione Artigiani propone ricorso contro questa scelta, palesemente ingiusta, ed il ricorso viene accettato: anche il Tribunale amministrativo regionale riconosce che l'Unione è l'associazione artigiana più rappresentativa nel Novarese e viene ristabilito il suo diritto ad avere un proprio rappresentante in Giunta camerale.

La decisione del TAR trova autorevole conferma nell'ottobre con una analoga sentenza del Consiglio di Stato.

Giovanni Varese viene quindi designato come membro della Giunta camerale in rappresentanza degli artigiani novaresi.

La sentenza del Consiglio di stato, che conferma la decisione del TAR, arriva poche settimane prima delle celebrazioni per il trentesimo anniversario della nascita dell'Unione Artigiani. I festeggiamenti si tengono a Stresa, alla presenza di numerosi invitati ed autorità, nel corso della manifestazione sono consegnati diplomi di medaglia d'oro ad artigiani iscritti all'Unione ininterrottamente dal 1945.

Il trentesimo anniversario dalla fondazione è il momento per riproporre in modo articolato un "discorso nuovo" sull'artigianato.

I punti fondamentali di questa dichiarazione programmatica sono la rivalutazione del settore come importante volano per l'occupazione, avendo l'artigianato la possibilità di creare posti di lavoro a costi inferiori a quelli della grande impresa, e una nuova politica di sviluppo del territorio in cui ricondurre la nuova necessità di creare aree attrezzate per le imprese artigiane, imprese che è necessario rivalutare anche alla luce del patrimonio tecnologico e professionale che esse rappresentano.

Le scelte di politica sindacale si indirizzano verso collaborazioni e contatti con la Regione, una politica del credito che dia sostegno ed incentivo alle aziende artigiane, una politica fiscale che tenda allo sgravio ed alla semplificazione degli obblighi posti a carico delle imprese, attenzione verso la formazione professionale attraverso un rapporto articolato e continuo con gli istituti di formazione e con la formazione direttamente in azienda.

Punti programmatici che sono ripresi e rilanciati dal presidente Galli nel corso dell'assemblea del 1977.

In particolare, l'azione verso le scuole e il mondo della formazione in genere trovano un valido supporto con l'ingresso di rappresentanti dell'Unione Artigiani nei Consigli scolastici Distrettuali e Provinciali.

Nel 1977 inizia la distruzione del sistema delle Mutue artigiane. Una legge dispone infatti il commissariamento delle Casse Mutue, preparando il passaggio all'unica gestione nazionale dell'assistenza mutualistica.

Le Casse Mutue artigiane chiudono così la loro esperienza con un attivo di bilancio, risultato di una amministrazione oculata e responsabile.

La necessità di possedere uno strumento agile ed efficace che operi nel settore del credito alle imprese artigiane porta l'Unione Artigiani nel 1978 alla nascita della Cooperativa di garanzia per il finanziamento agli artigiani della provincia di Novara, COFINART. Alla presidenza della COFINART è chiamato Lino Bagatin, vicepresidente è Fernando Sacco. Consiglieri sono Giuseppe Bovino e Giovanni Varese.

Sindaci Secondo Boca e Tiziano Bertolo. Ernesto Proverbio e Giuliano Nicola sono i sindaci supplenti.

Segretario ed organizzatore della Cooperativa è Franco Panarotto, vicedirettore dell'Unione Artigiani.

La COFINART, che rapidamente vede aumentare il numero dei propri associati, diventa sin da subito il punto di riferimento per tutte le operazioni di finanziamento dirette agli artigiani novaresi. Sviluppando la propria attività non solo nella garanzia dei crediti concessi alle aziende artigiane ma anche nelle nuove forme di finanziamenti agevolati previsti dallo Stato e dalla Comunità Europea, la COFINART di anno in anno si afferma, sino a diventare tra le prime Cooperative di garanzia operanti in Italia.

Nel 1978 l'Unione Artigiani patrocina la quinta edizione della Rassegna Arti artigiane Verbano. La Mostra, promossa dal Comitato omonimo, dal 1974 richiama a Verbania, nella suggestiva cornice di Madonna di Campagna numerosi visitatori.

Tarcisio Ruschetti, dirigente dell'Unione, entra nella giuria che assegna i riconoscimenti agli artigiani che espongono i loro prodotti alla mostra.

In quella stessa estate la Valle Vigezzo viene sconvolta da una alluvione che colpisce duramente i paesi e le attività produttive. Mario Galli, accompagnato dal vicedirettore Franco Panarotto, visita le zone colpite dal disastro.

Al ritorno, l'Unione Artigiani, unitamente all'Associazione artigiani dell'Ossola e all'Associazione provinciale commercianti zona Ossola, inoltra formale richiesta alla Camera di commercio per un intervento speciale del Governo che consenta la sospensione del pagamento delle imposte nelle zone colpite dal disatro, si provveda a concedere contributi per risarcire le popolazioni dei danni subiti e consentire la riedificazione immediata degli edifici destinati ad attività artigianali e commerciali distrutti dall'alluvione.

L'azione sindacale per ottenere finalmente una legge quadro per l'artigianato sembra trovare una attuazione concreta nel 1978, con l'approvazione di un disegno di legge quadro che recepisce alcune delle richieste avanzate da Confartigianato.

L'iter è però tortuoso e lungo e solo dopo sette anni si arriva all'approvazione definitiva della Legge. Per richiamare l'attenzione sui problemi del settore e sollecitare una rapida risoluzione dei problemi gli artigiani novaresi, assieme agli artigiani di tutto il Piemonte, manifestano a Torino il 25 febbraio 1979.

Richiesta di una legge quadro, accesso al credito agevolato, riforma del collocamento e dell'apprendistato, una pensione che si vuole "più dignitosa" per gli artigiani e parificata a quella dei lavoratori dipendenti sono le richieste forti che vengono espresse a Torino e riprese anche dal presidente Galli nella sua relazione per l'assemblea.

L'azione porta qualche risultato positivo:

  • la fiscalizzazione degli oneri sociali, rinnovata di sei mesi ed estesa anche agli artigiani;
  • l'esonero dalla bolla di accompagnamento per alcune categorie artigiane;
  • la proroga del pagamento dei contributi dal 10 al 25 del mese.

Ma è ancora la mancanza di una Legge quadro a farsi sentire.

Nel corso del suo intervento assembleare, il Presidente Galli accenna anche alla necessità di trovare una "nuova e più ampia sede idonea alla concretizzazione dei vari progetti futuri quale la meccanizzazione di tutti i servizi".

La sede di via Greppi inizia a dimostrarsi insufficiente per una associazione di categoria che ha quasi raggiunto il traguardo dei diecimila associati.

Per intanto, in attesa di trovare nuovi locali per la sede provinciale, viene aperto un nuovo Ufficio di recapito a Trecate, seguito di li a poco dal Recapito di Romagnano Sesia, proseguendo nel programma di decentramento attuato dall'Unione sin dalla sua origine.