Vai al contenuto principale
06 Marzo 2020

L'Oreficeria Ambrosini trasforma in gioielli unici le opere d'arte di Vercelli

L'Oreficeria Ambrosini trasforma in gioielli unici le opere d'arte di Vercelli

Vercelli prende forma nelle sue creazioni: i rosoni di Sant’Andrea,  la torre dell’Angelo, la rana dei Cappuccini.  Da 54 anni l’Oreficeria Ambrosini trasforma i tesori della città in pezzi unici d’oro, argento e peltro che hanno la forma di piccoli ciondoli, orecchini o spille da giacca oppure di grandi decorazioni da appendere al muro, e ancora oggi il laboratorio e negozio di piazza Cavour 28, nel salotto della città, è rimasto uno dei pochi in grado di realizzare ogni tipo di gioielli a partire da qualsiasi  disegno, schizzo,  desiderio del cliente.


Le 6.500 martellate di Pietro

L’attività è partita con Pietro Ambrosini, che già nel 1949 lavorava come argentiere e orafo per conto della storica ditta Lorenzo Vercellino e poi ha proseguito con Spada ed Emanuelli per cui ha realizzato tabacchiere, sonagli, lega-tovaglioli, candelabri, servizi da caffè e vassoi: “Avevo il laboratorio nel garage di casa dove stampavo, laminavo e fondevo l’argento – racconta Pietro Ambrosini, 84 anni -. Il pezzo che odiavo erano le jatte: ognuna mi richiedeva 6.500 colpi di martello: ci ho perso l’udito. Il più complicato era invece la tabacchiera perché bisogna creare una cerniera speciale che si apre metà da una parte e metà nell’altro senso. In quegli anni ho cominciato a fare anche riparazioni di gioielli e altri oggetti in oro, argento, rame e peltro: ricostruivo i pezzi  e li posizionavo al posto delle parti rotte”.


Claudia e una passione cresciuta con lei

Il negozio-laboratorio Ambrosini ha traslocato in varie sedi,  corso Italia e poi due volte  via Verdi e ora è approdato nel salotto di Vercelli, la piazza Cavour.  Oggi guida l’azienda Claudia, la figlia di Pietro, con il marito Mario: “Sono sempre andata in laboratorio a curiosare perché mi affascinava vedere mio padre lavorare.  Ricordo quando, ero ancora una ragazzina, lui ha creato un anello a serpente per me e le mie amiche: eravamo felicissime e molto orgogliose di quel gioiello tutto nostro. Dopo la scuola, è stato naturale decidere di impegnarmi qui a tempo pieno e poi di rilevare l’attività quando papà ha deciso di smettere”. Pietro finalmente può dedicare tanto tempo alla sua passione: la musica.

Negli anni il laboratorio Ambrosini ha sempre più ampliato la sua attività  come oreficeria (con creazioni su misura oltre che come rivenditore), orologeria e centro per riparazioni di ogni genere sui gioielli e sugli oggetti preziosi che possono essere sistemati, trasformati e riportati a nuova vita. Ma nel negozio di Claudia Ambrosini, oggi come un tempo, continua a vivere anche un’attività unica e storica: la trasformazione in gioielli delle opere d’arte della città. 

 

Il rosone di Sant'Andrea è anche qui

Qui il rosone di Sant’Andrea (scopri qui la storia del rosone della basilica) diventa un prezioso da indossare come ciondoli, braccialetti, anelli e orecchini e anche decorazioni da parete in argento 925: “Dal disegno creiamo la gomma e la cera in cui facciamo passare il metallo fuso che così prende la forma – spiega Claudia Ambrosini -. I rosoni si possono poi decorare con pietre preziose o diamantini. La riproduzione da parete di dimensioni più grandi arriva a 32 centimetri di diametro e richiede la fattura di sei pezzi da assemblare assieme”.
Un cassetto di legno nel negozio di piazza Cavour custodisce anche tutte le forme per le incisioni su targa o su gioielli, un’altra specialità dell’Oreficeria Ambrosini Claudia:  “Noi “disegniamo” i  prototipi  nati dalla nostra fantasia, le riproduzioni delle opere d’arte della città come i rosoni o la torre, ma anche le immagini e le scritte più amate dai clienti”. E i desideri diventano realtà.

 


Galleria Fotografica


Torna alle storie