Vai al contenuto principale
16 Settembre 2019

Confartigianato contro lo "sconto in fattura": “Premia i grandi a discapito dei piccoli imprenditori"

Confartigianato contro lo "sconto in fattura": “Premia i grandi a discapito dei piccoli imprenditori"

“Rilanciare la riqualificazione edilizia con uno sconto pari all’agevolazione è una proposta che appoggiamo ma tali importi non possono essere scaricati sulle nostre imprese. Il rischio è il collasso, per mancanza di liquidità per le 24mila imprese artigiane piemontesi, novemila circa nel Piemonte Orientale,  dell’edilizia, dell’installazione di impianti e dei serramenti”. Il giudizio di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale sulle fatture per gli interventi relativi all’ecobonus e al sismabonus, previsto dall’articolo 10 del “Decreto Crescita è fortemente negativo.


“La misura contestata da Confartigianato, approvata definitivamente dal Senato, prevede che i cittadini che effettuano lavori di riqualificazione energetica o antisismici, possano chiedere, in alternativa alla detrazione fiscale dal 50% all’85% spalmabile in 10 anni, uno sconto immediato sulle fatture da parte dell’impresa che ha realizzato i lavori. Sconto che l’impresa potrà farsi rimborsare dallo Stato tramite un corrispondente credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque anni. Inoltre, l’azienda potrà scegliere di cedere il credito così acquisito ai suoi fornitori di beni e servizi. Non potrà invece cederlo a istituti di credito e intermediari finanziari - spiega Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale - perché tecnicamente in questo modo si configurerebbe un incremento del debito pubblico".


“Rispettando le prescrizioni, con un intervento di riqualificazione energetica  dell’abitazione, per una spesa di 20mila  euro, il contribuente proprietario ha diritto a una detrazione fiscale del 65% pari a 14.300 euro che potrà recuperare in dichiarazione dei redditi in dieci anni. Secondo l’articolo 10 inserito in quello che è stato definito decreto crescita, la stessa cifra potrebbe essere subito ‘scontata’ cedendo il controvalore del vantaggio fiscale a chi ha eseguito i lavori. Se per il committente, è evidente il beneficio, perché di fatto la ristrutturazione costa 5.700 euro, è altrettanto vero che i restanti 14.300 sono anticipazioni di cassa a carico dell’impresa che ha realizzato i lavori e che potrà recuperare nel corso di un quinquennio”.


“Questo meccanismo penalizza proprio le migliaia di piccole imprese del ‘sistema casa’ che non dispongono della capacità finanziaria per ‘anticipare’ lo sconto se non per una contenuta somma che non è per nulla compatibile con i volumi dei lavori previsti e di potenziale pianificazione. La norma sembra essere stata redatta per favorire i grandissimi gruppi e le società specializzate a capitalizzare ricavi dalla finanza innovativa e non dal lavoro del cantiere - commenta Antonio Elia, vicepresidente di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale -. Il bonus ristrutturazioni ha sicuramente la finalità positiva di un investimento all’edilizia ma, fatto in questo modo, rischia di mettere fuori dal mercato artigiani e piccole imprese. Un provvedimento di questo tipo, per non ledere alcun soggetto coinvolto, dovrebbe prevedere l’obbligo di acquisizione da parte dello Stato del credito di imposta generato, ma sappiamo con serenità che questo non potrà essere riconosciuto.


“L’articolo 10 – conclude Impaloni– deve essere rapidamente superato e la nostra Confederazione a tutti i livelli sta lavorando al fine di sostenere l’abrogazione della norma che in difetto potrebbe nel breve termine stravolgere il tessuto delle piccole imprese del settore impiantistico e delle costruzioni con una evidente limitazione della concorrenza a discapito delle piccole imprese".

 


Torna a tutte le news