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24 Luglio 2019

Cinque generazioni di mugnai alla Riseria Capittini nata nel 1881

Cinque generazioni di mugnai alla Riseria Capittini nata nel 1881

Chissà se Giuseppe Capittini avrebbe mai immaginato, nel lontano 1881, che il suo riso sarebbe arrivato fino agli scaffali di Harrods, il  grande magazzino più prestigioso di Londra. E’ invece è andata proprio così e la Riseria Capittini, una delle attività storiche del Novarese, ancora guidata dai discendenti della sua famiglia, oggi vende in tutto il mondo grazie all’e-commerce e ad agenti internazionali. Ma restano saldi l’amore per la campagna e la riconoscenza per quel  primo mugnaio di Montereggio, nella campagne attorno a Galliate: la quinta generazione di Capittini (ma sta crescendo la sesta, con il piccolo Diego di 4 anni) ha mantenuto intatta la ruota del mulino e organizza visite guidate per grandi e piccoli per ammirare gli attrezzi di una volta.

 

Quando comincia la storia


La storia comincia nel 1881 quando  Giuseppe Capittini, originario della Lomellina, prende in affitto il nuovo mulino galliatese (poco oltre il santuario del Varallino), poi i suoi figli Francesco e Giovanni Battista lo compreranno a poco a poco diventandone proprietari nel 1922. L’attività iniziale è solo molitoria: i Capittini producevano farina, soprattutto di mais, per conto degli agricoltori del circondario e olio di semi.  La molitura del mais resta prevalente fino alla seconda guerra quando i fratelli Pietro, Valentino e Livio (figli di Giovanni Battista e nonni degli attuali proprietari) decidono di dare più spazio al riso: “Alla fine degli Anni Settanta la parte del mulino è andata in disuso e sono stati introdotti nuovi macchinari”  raccontano i fratelli Nadia, Gabriele e Nara Capittino (la O finale è dovuta a un errore nella registrazione all’anagrafe del nonno Valentino)  che conducono la riseria dopo il pensionamento dei cugini Luigi e Italo Capittini .  Ma alcuni dei più antichi attrezzi sono ancora in funzione, altri sono fermi ma si possono ammirare all’interno della riseria: “Abbiamo in uso la macchina selezionatrice Paddy, che è stata costruita in legno con un brevetto francese risalente all’Ottocento. La Amburgo, datata 1924, è stata creata in Germania per sbiancare il cereale ma oggi l’abbiamo messa a riposo”.

 

Dal Varallino al mondo

I Capittini acquistano il riso, lo lavorano e poi lo vendono in giro per l’Europa: sono una delle attività più antiche del Novarese ma si sono adeguati ai tempi e commerciano on line i loro sacchetti arrivando in tutto il mondo. Il cliente più famoso sono i magazzini Harrods di Londra e sul Regno Unito i Capittini puntano molto: hanno già un agente e presto parteciperanno a una missione di Confartigianato nella capitale britannica.

 

Un legame indissolubile


Il legame con la storia di un tempo però è indissolubile e Italo e Luigi sono appassionati ciceroni della riseria:  “La mola di sasso veniva alimentata dal diramatore Vigevano del canale Cavour che scorre accanto, è ancora lì e vengono studenti e pensionati ad ammirarla con le visite didattiche in cui spieghiamo come funzionava il mulino di un tempo. Ai bambini raccontiamo che da piccoli il nostro divertimento più grande era muovere il setaccio della farina e li facciamo giocare come facevamo noi, toccando e annusando tutto: per loro si apre un mondo tutto nuovo. Con i gruppi della terza età invece condividiamo i ricordi dell’arrivo delle mondine e del profumo del riso: ce l’abbiamo ancora nel naso e quanto entriamo nella sala della macina lo risentiamo”.


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