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26 Agosto 2019

La gioielleria nata cento anni fa crea preziosi unici nati da un disegno e dalla cera

La gioielleria nata cento anni fa crea preziosi unici nati da un disegno e dalla cera

Il gioiello più affascinante e prezioso nasce da un disegno e un modellino in cera. Naturalmente se è creato a mano, con pazienza e sapienza antica: lavora ancora così il laboratorio orafo fondato da Giovanni Scarpa un secolo fa, nel 1919 a Novara. La storia di questa impresa artigiana è un racconto esemplare del "Made in Italy" migliore e di vite da romanzo.

L'arrivo da Venezia e gli inizi

Giovanni Scarpa, infatti, arriva a Novara dopo la prima Guerra Mondiale da Venezia dove ha imparato la tecnica di orafo e incisore e apre una piccola bottega di riparazioni, in via Gaudenzio Ferraris 5, all’ombra della Cupola. Comincia con un socio e poi prosegue da solo affinando sempre di più l’arte. Intanto il figlio Romano cresce ma le sue ambizioni lo portano (letteralmente) lontano: è un pilota dell’aviazione militare e ama la lirica, è lui stesso un tenore d’opera. Ma negli Anni Quaranta decide di lasciare entrambe le sue passioni e affianca il padre nel laboratorio di famiglia portando con sé quella vena di arte e coraggio che fino a quel momento avevano segnato la sua vita.

Il laboratorio di riparazioni si trasforma nella culla di creazioni meravigliose

E ancora di più lo fa il figlio Franco che frequenta la Scuola orafa di Valenza e trasforma definitivamente il laboratorio di riparazioni in un mondo nuovo di creazioni meravigliose. “Mio marito era un artista – racconta di lui la moglie Franca, ora alla guida dell’attività del laboratorio e del negozio “Gioie&argenti” in via Rosselli, davanti al Duomo-. Ha avviato la fusione a cera persa per creare i gioielli. Adesso la maggior parte dei nostri concorrenti fa tutto al computer ma noi andiamo avanti ancora con quella tecnica e la differenza si vede: i gioielli creati a mano hanno un’anima, hanno vita”.

Quattro mila prototipi

Nel laboratorio ci sono i prototipi di circa 4 mila modelli di gioielli ma anche di piccoli oggetti d’arte di cui Franco Scarpa era appassionato, come la Cupola e il Broletto, piccole silhouette di donne, crocefissi: “Sono microsculture che creava mio marito, ci lavorava per mesi e mesi”. Franco è stato uno dei soci fondatori del Collegio italiano di gemmologia mentre il nonno Giovanni  nel 1945 era stato tra gli artigiani che avevano dato vita all’associazione che oggi è la Confartigianato Imprese Piemonte Orientale. A lui nel 2013 Novara ha dedicato anche un largo alla Cittadella artigianale, al quartiere Sud.

Con Franco Scarpa collaborava e ancora oggi è seduto al banco del laboratorio Estenio Barca, 56 anni dal 1984 all’oreficeria della famiglia, all’inizio solo come incassatore di gemme e poi come orefice. L’ultima creazione su cui sta lavorando è un bracciale a forma di coccodrillo che avvolgerà il braccio della fortunata che lo indosserà:  “Si parte da un disegno base creato sulle indicazioni del cliente che viene poi sviluppato direttamente in oro oppure con un prototipo in cera e un’impronta in gesso in cui viene “sparato” l’oro  – spiega Barca -. Quindi il prodotto che nasce da questa fusione, una volta raffreddato, viene rifinito tutto a mano e, se necessario, poi si procede alla incastonatura delle pietre. Così ogni gioiello è unico e non può mai essere uguale a un altro”.

La nuova generazione e il futuro

E’ passato un secolo da quella prima piccola bottega del riparatore veneziano e la storia delle vite e delle famiglie ha i suoi percorsi che a volte tornano in strade già viste: Carlo, 24 anni, nuova generazione di Scarpa, sta per laurearsi all’Accademia delle belle arti di Venezia, da dove era partito il suo bisnonno Giovanni. Nel 2016 Carlo e Franco avevano realizzato un gioiello insieme: “E’ un anello con diamanti e rubini che mio figlio aveva disegnato e mio marito aveva creato secondo la sua ispirazione – racconta Franca -. Un gioiello meraviglioso per tantissimi e preziosi motivi”.


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