L'importanza assunta dall'artigianato nell'economia novarese, la rilevanza dell'Unione Artigiani come associazione di categoria, porta nel 1951 all'ingresso del presidente Edoardo De Petro nella Giunta della Camera di commercio, un riconoscimento da lungo tempo atteso.
In ambito sindacale sono gli anni che vedono i primi tentativi di dare organica e compiuta strutturazione giuridica all'imprenditoria artigiana.
Si ricerca cioè una legislazione specifica per il settore artigiano, che superi il generico riferimento fatto all'artigianato nella Carta costituzionale e che stabilisca senza ombra di dubbio le caratteristiche e le peculiarità dell'impresa artigiana.
Una richiesta che vede impegnata l'Unione Artigiani nel corso della sua assemblea del 1953, nella quale si registra un appassionato intervento del segretario Zanetta sui temi cardine dell'artigianato.
Nella provincia di Novara l'artigianato svolge ormai un ruolo importante, strettamente legato alla grande industria. Senza garanzie l'artigianato risulta essere in balìa delle scosse congiunturali che attraversano periodicamente l'economia; ma soprattutto il settore artigiano lamenta una totale assenza della disciplina dell'apprendistato, l'impossibilità di ottenere crediti d'esercizio e per il riammodernamento degli impianti.
Altra piaga è il lavoro nero, frutto di improvvisazione e di furbizia e che diviene una concorrenza sleale verso le imprese che lavorano alla luce del sole.
Indifferibili diventano quindi le richieste che l'Unione Artigiani avanza nel 1953:
Gli anni che vanno dal 1950 al 1955 segnano un periodo di cambiamenti e di aggiustamenti della struttura dell'Unione Artigiani.
Rinnovamenti si hanno nella strutturazione delle Delegazioni e degli Uffici di Recapito.
Ad Oleggio si apre un Ufficio presso lo studio Nerviani, a Borgomanero si è ospiti della Società Alleanza e poi dell'INAIL, ad Omegna l'Unione è presente in via Manzoni 31, presso lo studi Gattellaro, ad Intra in piazza Martiri 7, nello studio del ragionier Canetta, a Domodossola in corso Ferraris, presso lo studio Pavan. Ad Arona l'Unione ha a disposizione un locale nel Municipio e come recapito funziona anche il negozio di un barbiere, Carlo Migliorini, che raccoglie le quote associative; a Stresa l'Unione ha come referente lo studio Bolongaro.
Nascono anche numerosi Uffici di Recapito, legati a oggettive necessità verificate sul territorio. Spesso sono singoli artigiani associati che mettono a disposizione i propri laboratori per creare un punto di riferimento per l'Unione Artigiani.
Così a Cannobio il recapito si trova presso un pulitintore di via Giovanola e a Baveno presso un parrucchiere. Nel 1953 viene lanciata una grande sottoscrizione fra gli associati per acquistare la nuova sede dell'Unione Artigiani.
L'idea originale è quella di trasferirsi a Palazzo Orelli, sede della sala Contrattazione e Merci e di proprietà della Camera di commercio.
Nel 1952, infatti, la Camera di commercio decide di sopraelevare il palazzo del mercato per installarvi degli Uffici. Sono in predicato di acquistare vani il Consorzio Agricoltori, l'Unione Agricolori, la società Est Sesia e l'Unione Artigiani.
Una decisione che però non verrà realizzata, e nel 1954 l'Unione Artigiani si traferisce in un nuovo stabile in vicolo Monte Ariolo 4.
In quell'anno un importante evento fa conoscere il nome dell'Italia nel mondo: una spedizione italiana, guidata da Ardito Desio, parte alla conquista del K2 la seconda vetta più alta del mondo.
Le corde per la scalata sono realizzate in un mese di lavoro durissimo, durato giorno e notte, dalla ditta Gottifredi Maffioli, una ditta artigiana novarese.
Ettore Maffioli e la moglie Maria Gottifredi, i due proprietari, sono tra i fondatori dell'Unione Artigiani.
Ettore Maffioli rimane attivo dirigente dell'associazione fino al 1960, quando l'azienda cessa di essere artigiana, diventando industria.