Nei primi giorni di febbraio del 1955, dopo contatti svoltisi nelle settimane precedenti, l'Unione Artigiani decide di aderire alla Confederazione generale italiana dell'Artigianato, la Confartigianato.
La decisione viene presa nel corso di una riunione del Consiglio direttivo dell'associazione che si tiene a Novara il 1° febbraio 1955.
Dieci giorni prima il segretario della Confartigianato Manlio Germozzi aveva incontrato il presidente ed il direttore dell' Unione Artigiani, esponendo il programma della Confederazione e ricevendo le richieste dell'Unione Artigiani in merito ad una possibile adesione. Il voto formale ed unanime del Consiglio direttivo nella riunione del 1 febbraio suggella l'adesione.
Il 28 febbraio 1955 si tiene a Roma l'assemblea della Confederazione che sancisce la nuova denominazione di Confederazione generale italiana dell'artigianato.
Nel corso dei lavori il presidente dell'Unione Edoardo De Petro viene eletto nella Giunta esecutiva nazionale. Nello stesso periodo arriva una importante vittoria: l'approvazione di una prima normativa in materia di apprendistato, norma che recepisce molte delle osservazioni in materia formulate dalle associazioni artigiane.
La nuova normativa prevede la libera assunzione degli apprendisti e l'esonero da ogni contributo previdenziale e la dispensa da ogni formalità procedurale per l'occupazione degli apprendisti stessi; l'onere per le assicurazioni sociali è assunto dallo Stato.
Per le aziende artigiane non rientranti nelle categorie fissate dalla legge l'assunzione deve avvenire tramite l'Ufficio di collocamento, per gli apprendisti minori è previsto la concessione di assegni familiari ai genitori e versamento dei contributi per le assicurazioni sociali.
La legge n° 25 del 1955 identifica l'apprendistato come un rapporto di lavoro a causa mista, cioè nel quale la remunerazione in parte avviene sotto forma di salario ed in parte come conoscenze tecniche e professionali trasmesse dal titolare all'apprendista.
Il nuovo provvedimento normativo rappresenta il primo, importante riconoscimento conferito all'impresa artigiana sotto il profilo giuridico, mettendo ordine nel settore e riconoscendo giuridicamente la peculiarità dell'impresa artigiana, primo passo verso l'approvazione della legge sull'artigianato del 1956.
La legge 860 del 1956 esplicherà i propri effetti per quasi trent'anni. Gli elementi portanti della nuova normativa sono tre:
L'approvazione della legge sull'artigianato viene salutata con entusiasmo dagli artigiani dell'Unione.
Nel corso dell'assemblea del 1956 il presidente Edoardo De Petro la definisce una tappa importante ma indica anche nelle prossime scadenze legislative per l'assistenza malattia e pensionistica i necessari sviluppi dell'azione sindacale dell'associazione. Il nuovo clima di speranze e di certezze acquisite galvanizza gli imprenditori artigiani novaresi che vedono finalmente riconosciute le proprie peculiarità di imprenditori a livello normativo.
Assistenza obbligatoria malattia per gli artigiani e credito all'artigianato sono le due successive tappe cui si arriva nei mesi successivi, sull'onda del lavoro che già aveva condotto all'approvazione della legge sull'artigianato.
A gestire questi importanti aspetti sono due leggi, la 1533 e la 1524 del 1956, leggi che, come commenta il presidente dell'Unione Artigiani De Petro, devono costituire la base per un successivo sviluppo dell'azione delle associazioni artigiane.
Con la legge sull'assistenza obbligatoria nasce il sistema delle Federmutue artigiane, basate sulle Casse Mutue autonome provinciali amministrate secondo il sistema dell'autogoverno: i dirigenti delle Casse Mutue sono artigiani eletti con responsabilità di gestione.
La legge sul credito introduce invece la possibilità di ottenere prestiti per le scorte, autorizzando tutti gli istituti di credito a compiere le operazioni di credito per l'impianto e l'ammodernamento dei laboratori, nonché per l'acquisto di macchinari e scorte, fissando anche una sensibile riduzione del tasso di interesse a favore delle aziende artigiane.
Le importanti novità legislative che toccano così da vicino il settore artigiano, e a cui l'Unione Artigiani e la Confartigianato hanno dato un fondamentale apporto con studi di settore, presenza nelle commissioni di studio e di lavoro, coronano un anno importante.
Nel 1956 l'Unione Artigiani apre la sua nuova Delegazione di Verbania, in piazza F.lli Bandiera e sviluppa le Delegazioni di Arona, aperta tutti i martedì in via Gramsci 8, e di Borgomanero, dove un responsabile dell'Unione è a disposizione tutti i mercoledì e venerdì presso la sede dell'INAIL in via San Francesco d'Assisi.
Secondo quanto stabilito dalla nuova legge, nell'estate 1957 gli artigiani della Provincia di Novara si recano alle urne per eleggere i propri rappresentanti nella Commissione provinciale per l'Artigianato e nella Cassa Mutua.
Commentando l'appuntamento elettorale, De Petro sottolinea l'importanza del momento per l'artigianato, chiamando gli artigiani ad un voto che garantisca la categoria. Le urne sono aperte domenica 14 luglio, dalle 9 alle 20.
Dopo questo primo turno si passa ad un secondo turno, che si svolge il 12 agosto. I candidati proposti dal'Unione Artigiani conquistano tutti i seggi nel Consiglio di amministrazione della Cassa Malattia Artigiana e della Commissione Provinciale per l'Artigianato.
La percentuale dei votanti è elevata: 92.35% per la Commissione provinciale per l'Artigianato e 92.34% per la Cassa Malattia.
Nella Commissione provinciale sono eletti: |
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Giovanni Alliata |
Camillo Coppi |
Edoardo De Petro |
Sereno Devecchi |
Giovanni Fondella |
Ernesto Giammusso |
Ettore Giovetti |
Mario Porta |
Stefano Quartieri |
Nel Consiglio d'amministrazione della Cassa mutua entrano: Nicola Bacchetta, Mario Caccia, Mario Chiodoni, Enrico Contini, Carlo Facchini, Pierino Gentili, Pietro Torringhelli, Vittorio Visconti, Bruno Zoccola. Sindaci effettivi della Cassa sono eletti Mario Cavigioli ed Antonio Ticci; sindaco supplente viene nominato Adolfo Santini.
Nel corso di un Convegno che si tiene a Stresa è lo stesso Manlio Germozzi a complimentarsi con il presidente ed il segretario dell'Unione Artigiani per il brillante risultato raggiunto nel corso del primo turno elettorale.
Il 9 settembre, all'insediamento della prima Commissione provinciale dell'artigianato Edoardo de Petro viene eletto presidente; nel gennaio 1959 diviene anche presidente della Commissione regionale per l'artigianato. De Petro è chiamato successivamente a rappresentare l'artigianato piemontese nel Comitato centrale dell'Artigianato, ente consultivo istituito presso il Ministero dell'Industria e del Commercio.
L'azione esercitata all'interno delle Casse Mutue, la presenza a livello politico e sindacale dell'associazione portano nel 1959 all'approvazione della legge sulla previdenza per gli artigiani.
Il testo della proposta avanzata da Confartigianato in materia prevede l'obbligatorietà delle assicurazioni per gli artigiani, l'assicurazione facoltativa per i famigliari occupati nell'azienda, l'obbligo di contribuzione proporzionale alle condizioni economiche dell'artigiano.
L'età pensionabile viene fissata a 65 anni per gli uomini e a 60 per le donne. Allo Stato viene richiesto un contributo per l'incremento del fondo pensioni ed è possibile accrescere la misura delle pensioni mediante versamenti volontari.
In caso di morte è prevista la possibilità di reversibilità per i famigliari superstiti. Richieste che confluiranno nel disegno di legge, approvato nell'estate 1958, e divenuto in seguito legge ed entrata in vigore nell'estate del 1959.
L'approvazione della norma che recepisce le richieste avanzate da Confartigianato, fa sì che le pensioni artigiane siano un esclusivo risultato dell'azione sindacale della Confartigianato che va così affermando il proprio ruolo leader nel settore.
Quasi contestualmente, nel 1958, viene approvato un disegno di legge che supera, per l'artigianato, il vincolo della contrattazione sindacale legata alla grande industria, consentendo quindi al comparto una contrattazione autonoma.
La nuova normativa porta alla riapertura delle trattative con i sindacati dei lavoratori dipendenti. A Novara si aprono subito trattative sul trattamento dei dipendenti di aziende artigiane per le ferie, la gratifica natalizia, l'indennità di licenziamento, di anzianità e di dimissioni.
Gli incontri, iniziati sin dal gennaio 1959, conducono alla sottoscrizione di un accordo nel marzo 1960.