Nel corso dell'assemblea del giugno 1995, giunge a termine il complesso iter che conduce l'Unione Artigiani a diventare associazione di categoria interprovinciale.
Iniziato nel giugno 1990, quando nel corso dell'assemblea di quell'anno viene deciso il cambiamento della ragione sociale dell'associazione da Unione provinciale novarese degli artigiani a Unione Artigiani Confartigianato Novara Verbania Cusio Ossola, con la cinquantesima assemblea ordinaria e la nascita ufficiale della provincia del Verbano Cusio Ossola dopo le elezioni amministrative dell'aprile 1995, l'Unione Artigiani diventa formalmente associazione di categoria interprovinciale per il Novarese e il Verbano Cusio Ossola, una articolazione sul territorio che riprende e valorizza il decentramento perseguito dall'Unione fin dai suoi primi mesi di vita.
La nuova strutturazione interprovinciale è uno dei momenti più importanti dell'anno del cinquantesimo dell'associazione, celebrato in modo solenne premiando gli artigiani associati da trentacinque anni ed i soci fondatori rimasti fedeli all'Unione per mezzo secolo.
La cerimonia si svolge al Palazzo dei Congressi di Stresa, alla presenza di ospiti e aautorità. Presente il presidente nazionale di Confartigianato Ivano Spalanzani e il presidente onorario Manlio Germozzi.
Dopo la svolta del cinquantesimo di fondazione, Confartigianato affronta i pochi anni che separano dalla data simbolo del 2000 con impegno rinnovato.
Veramente, l'ultimo scorcio del ventesimo secolo vede la più importante organizzazione imprenditoriale dell'artigianato ridare nuovo slancio a una constante azione per la tutela e la promozione dell'artigianato.
Inoltre si scorge nell'azione sindacale e politica di Confartigianato il tentativo di caratterizzare questi ultimi anni con l'impronta forte dell'artigianato. Dopo il 1995 la diffusione di Internet, la rapida e inarrestabile globalizzazione dei mercati, la nascita di quella che sarà definita new economy pongono interrogativi importanti per tutta la società.
In mezzo a questo mare magnum di cambiamenti e rinnovamenti, anche contraddittori e spesso apparenti o incompiuti, la società si interroga, abbandona stilemi e chiavi interpretative che apparivano immutabili e guarda oltre gli orizzonti che prima apparivano immobili e definiti.
Un impegno che perde subito, nel gennaio 1997, uno dei suoi protagonisti storici. Improvvisamente, dopo una breve malattia, scompare infatti a Roma Manlio Germozzi, fondatore e presidente onorario di Confartigianato. Un anno dopo, al presidente Germozzi viene intitolato l'auditorium presso la sede romana di Confartigianato.
In questa società dinamica i passi che l'artigianato compie per iniziativa di Confartigianato non sono da poco.
Sotto il profilo legislativo, Confartigianato inizia una pressante azione parlamentare e di lobbing per una riforma della Legge quadro sull'artigianato e della normativa che riguarda l'artigianato a ogni livello.
Nel 1995 arriva la riforma del processo civile che consente anche alle imprese artigiane la possibilità di ricorrere al decreto ingiuntivo, è una reale opportunità che consente alle imprese significativi risparmi di tempo e di denaro a causa delle lungaggini della giustizia civile. Nel 1997, in Piemonte si arriva finalmente all'approvazione del Testo unico regionale dell'artigianato.
E' la legge 21/1997 che riordina la materia che riguarda l'artigianato con una nuova ottica e un disegno più globale. Inoltre, per la prima volta si fissano concrete iniziative rivolte alla tutela e alla valorizzazione dell'artigianato artistico e si pensa alla creazione di botteghe scuola per la trasmissione dei saperi alle nuove generazioni di artigiani.
Nell'ambito della tutela e della valorizzazione delle tradizioni del nostro artigianato si devono anche ricordare alcune importanti iniziative. Fra queste, a livello nazionale, Confartigianato ha promosso "Alla ricerca del gusto perduto" mostra itinerante sull'artigianato enogastronomico; mentre nelle nostre province, nel dicembre 1999, viene pubblicata la "Guida storico turistica all'artigianato del Novarese e del Verbano Cusio Ossola".
Nel 1996, sull'onda di drammatici fatti di cronaca e sulla spinta decisiva di Confartigianato, il governo approva la cosiddetta Legge Antiusura, che nelle intenzioni del legislatore deve tutelare le vittime degli strozzini.
Purtroppo realtà la norma sarà spesso dimenticata e non pienamente operativa. La battaglia per una burocrazia più semplice, meno punitiva, trova nel 1997 la marcia da Trento a Roma del parrucchiere Marco Patton, che ha ricevuto una multa di due miliardi di lire per banali incongruenze formali nella contabilità, mentre nello stesso anno Confartigianato inizia a porre con forza la questione dei premi INAIL che gli artigiani versano in congrua misura senza ottenere dall'Istituto prestazioni che siano all'altezza degli importi versati. Infortuni sul lavoro significano anche legge 626, una legge che recepisce - inasprendole assurdamente - le indicazioni di una direttiva dell'Unione europea.
Confartigianato osteggia fortemente una legislazione che, in barba al diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro, tutela troppo spesso solo il formalismo della burocrazia e impone adempimenti tarati sulla grande industria e non sulla dimensione dell'impresa artigiana. Nella finanziaria 1998, in discussione alla fine del 1997, è contenuta la norma che fissa per le società a responsabilità limitata con un solo socio, le cosiddette srl unipersonali, la possibilità di essere artigiane.
Si tratta di un primo significativo passo verso la riforma e l'ammodernamento della legislazione artigiana. Nell'autunno 2000 davanti al parlamento si discuterà, nel collegato alla Legge finanziaria, dell'articolo che stabilisce che anche le srl con più soci, srl pluripersonali, possano essere artigiane.
Nel dicembre 1997 è la grande "Operazione lumaca" a catalizzare l'attenzione pubblica sull'artigianato e su Confartigianato. Perché è proprio in questa occasione che si dimostra come Confartigianato tuteli realmente le imprese artigiane, senza etichette di tipo politico.
L'occasione che porta alla mobilitazione del mondo artigiano è la decisione del governo di ripianare il deficit della gestione dei lavoratori dipendenti dell'INPS prelevando 1.297 miliardi dalla gestione dei lavoratori autonomi, quest'ultima ampiamente in attivo.
Davanti alla mobilitazione artigiana il Governo di centro sinistra fa promesse di restituzione, solo promesse ma sufficienti a garantire le altre associazioni artigiane che, dopo aver aderito alla mobilitazione artigiana prevista in tutta Italia il 23 dicembre, si ritirano. Confartigianato conferma invece la propria azione, che diviene quindi una mobilitazione di Confartigianato.
Il 23 dicembre centinaia di città italiane sono paralizzate da centinaia di migliaia di mezzi artigiani che percorrono le strade a passo di lumaca, con manifesti e striscioni sui mezzi contro il furto perpetrato ai danni della gestione artigiana dell'INPS.
Novara e Verbania sono fra le città italiane interessate dalla grande manifestazione: a Novara il corteo che sfila per la città è guidato dal presidente Mario Galli, a Verbania è il direttore Franco Panarotto; al corteo sono presenti tutti i dirigenti artigiani e centinaia di imprenditori con i loro mezzi.
Al termine della giornata arriva la notizia che il governo è disposto a rivedere le proprie posizioni in materia di welfare e pensioni.
La legittima richiesta delle imprese artigiane di certezza in merito a pagamenti e rapporti fra cliente e fornitore trova una garanzia nella legge sulla subfonitura, emanata all'inizio del 1998 e salutata positivamente da Confartigianato.
La norma fissa una serie di rapporti e obblighi fra cliente e fornitore, fra cui l'obbligo di tempi certi per i pagamenti, fissati entro un termine massimo di 90 giorni.
Sempre nello stesso anno, l'impegno di Confartigianato per una minor burocrazia, trova eco nei provvedimenti Bassanini. In particolare si svincolano le categorie artigiane da istanze e licenze che prima erano obbligatorie. Si deve segnalare l'importante conquista per la categoria degli orafi della fine dell'obbligo della licenza di pubblica sicurezza per gli artigiani orafi fabbricanti e riparatori. Benché prevista dalla Bassanini, la licenza venne anche successivamente richiesta dal Ministero degli interni e solo la ferma azione sindacale e legislativa di Confartigianato sanò una evidente ingiustizia.
La rilevanza europea dell'artigianato trova una forte conferma nel 1999 con l'elezione di Andrea Bonetti, presidente della Confartigianato Lombardia, al vertice di UEAPME, l'Associazione europea dell'artigianato e della piccola e media impresa con sede a Bruxelles.
La fine degli Anni Novanta venne caratterizzata anche da un ampio dibattito sul tema del lavoro e delle cosiddette 35 ore, cioè proporre alle imprese - per legge - un orario di lavoro settimanale di 35 ore in luogo delle attuali quaranta, al fine di creare nuovi posti di lavoro.
La proposta si rivolge, in modo particolare, al settore industria e terziario, tralasciando l'artigianato. Confartigianato interviene decisamente nel dibattito e nella proposta avanzata da alcune forze politiche e di governo, criticando aspramente l'ipotesi di concedere le 35 ore solo al settore industria, decisione che creerebbe così "lavoratori di serie A e lavoratori di serie B", ma anche ricordando evidenziando il carattere demagogico delle 35 ore per legge e chiedendo invece reali e concreti provvedimenti mirati a ridurre il costo del lavoro e a sostenere la piccola media impresa, reale tessuto connettivo dell'economia italiana.
Un reale sostegno alla nuova imprenditorialità Confartigianato lo pone in campo già dal 1995 con FareImpresa. Si tratta di un progetto, che in via sperimentale viene predisposto e applicato per un anno proprio nelle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, che in modo gratuito fornisce a tutti coloro che desiderano diventare artigiani un pacchetto integrato di consulenze, corsi di orientamento, finanziamenti agevolati, istruzione delle pratiche necessarie, studio e redazione di un business plan.
Nel gennaio 1996, FareImpresa viene esteso a tutto il sistema Confartigianato in Italia, forte di una rete di 119 associazioni territoriali.
Dal 1996 al novembre 2000 sono oltre 750 le nuove imprese artigiane nate nel Novarese e nel Verbano Cusio Ossola che hanno usufruito del servizio FareImpresa.
In questo contesto si inserisce la forte volontà dell'Associazione a perseguire obiettivi sempre più funzionali alle esigenze delle imprese e della comunità Novarese e del Verbano Cusio Ossola.
E' d'obbligo quindi la certicazione dello standard di erogazione dei servizi e della rappresentanza secondo le indicazioni delle norme di certificazione armonizzate a livello internazionale. Nel 1999 Confartigianato Novara Verbano Cusio Ossola consegue la certificazione ISO 9001 rilasciata da DNV, organismo accreditato a livello mondiale. Alle soglie del nuovo millennio, quindi, l'artigianato e Confartigianato si presentano come protagonisti della scena sociale, imprenditoriale, economica locale, nazionale, europea.
Con una solida esperienza alle spalle, salde radici su cui costruire un futuro da protagonisti.