Un pericolo che si somma alla chiusura delle attività che ancora perdura a causa dell’emergenza sanitaria da Covid 19: l’abusivismo nei settori dell’acconciatura ed estetica. E' un danno che sugli operatori del settore pesa per il 18% del fatturato annuo, un danno causato da abusivi che, in sfida alle norme professionali e fiscali (e adesso anche sanitarie per l’emergenza Coronavirus), operano senza scrupoli, spesso a domicilio, mentre i veri acconciatori e le vere estetiste languono con le attività ancora chiuse, al momento sino al primo giugno .E con il serio rischio di non riaprire più, stritolati da una crisi terribile.
“Di fronte a questa situazione abbiamo sensibilizzato, con una lettera, i sindaci dei nostri Comuni affinché con azioni di controllo e di corretta informazione verso la popolazione siano al fianco degli acconciatori e delle estetiste in regola e contro gli abusivi, categoria oggi ancor più detestabile per l’incoscienza che dimostrano lavorando spesso al domicilio di clienti conniventi e senza le prescritte protezioni, a danno della salute di tutta la comunità” afferma Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale. “Le amministrazioni comunali sono l’istituzione più di prossimità delle nostre comunità, con loro – una volta di più – vogliamo essere promotori di legalità denunciando comportamenti scorretti che, ripeto, vanno a danno di tutti” aggiunge Impaloni “.
E mentre chiediamo questo impegno prosegue la nostra azione per la riapertura di acconciatori ed estetiste prima del primo giugno, data impraticabile dalla categoria non più in grado di sopportare una chiusura di tre mesi : sulla pagina Facebook di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale sono pubblicate le foto di acconciatori ed estetiste con il nostro cartello che invita il governo alla riapertura della categoria (“gli acconciatori e le estetiste sanno lavorare in sicurezza gli abusivi no”) e sulla stessa pagina Facebook e sul canale YouTube dell’associazione anche gli appelli video della categoria: sono i volti e le voci dell’Italia che lavora e che rischia di essere spazzata via, mentre gli abusivi no!”.