E’ allarme rincaro materiali ferrosi e loro semilavorati (lamiere, tubolari e tondi).
La denuncia arriva da Confartigianato Imprese Piemonte Orientale e trova riscontri a livello provinciale, regionale e nazionale.
“L’andamento al rialzo dei costi è alimentato da più fattori: un deciso rialzo delle quotazioni dei prodotti siderurgici a livello mondiale; un aumento del costo del nickel e la limitata disponibilità per le difficoltà nell’importazione e per il disassorbimento in filiera” spiega Antonio Piciaccia, Rappresentante di mestiere della carpenteria di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale “Questo si è tradotto in un allungamento delle consegne, rincari da parte delle acciaierie, e ritardi nelle forniture: infatti, propri per i forti rialzi, i fornitori che hanno in magazzino la merce preferiscono posticipare la vendita”.
“Nel Piemonte Orientale le imprese artigiane della meccanica subfornitura una platea di oltre 800 aziende, con quasi duemila addetti” precisa Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale “La subfornitura è una realtà diffusa su tutto il territorio regionale e consolidata nel tempo, basandosi su esperienze imprenditoriali di lunga durata e in grado di mettere a disposizione della committenza industriale qualsiasi tipo di lavorazione e di prodotto intermedio, nonché i servizi correlati”
“Dietro agli aumenti di quest’ultimo periodo, non vi è soltanto il rallentamento generale dell’economia dovuto alla pandemia in corso; temiamo che vi sia anche una precisa scelta speculativa volta a portare ulteriore profitto alle aziende siderurgiche mondiali, con danno per i subfornitori delle lavorazioni di filiera, della carpenteria pesante e pe ril settore delle commesse pubbliche” evidenzia Antonio Piciaccia “tali variazioni di prezzo rischiano di schiacciare le imprese e di farle uscire dal mercato".
A complicare ulteriormente il quadro vi è anche una politica daziaria dell’Unione Europea: “Il dazio imposto nell’ottobre 2020 dall’Unione Europea, tra i cui firmatari compare anche l’Italia – per limitare l’importazione dalla Cina dell’acciaio inossidabile al 5-6%, assoggettando a dazio del 25% le importazioni superiori: oggi un vero freno alle importazioni e un calo delle riserve di mercato e quindi un ulteriore aumento del prezzo.” conclude Piciaccia.