Dieci euro e ventuno centesimi al mese è l'importo che un pensionato autonomo percepisce per ogni famigliare a carico. Una cifra modestissima con la quale si può comprare circa mezzo chilo di carne, dichiara il presidente ANAP Adriano Sonzini. Non solo tale importo è rimasto invariato dal 1988 a oggi, ma vi è una eclatante discriminazione rispetto ai pensionati del lavoro dipendente.
La legge 153 del 1988, istituendo l'assegno per il nucleo familiare, ne ha circoscritto l'applicazione ai soli pensionati provenienti dal lavoro dipendente. Per i pensionati provenienti dal lavoro autonomo (ex artigiani, ex commercianti, ex coltivatori diretti) è rimasta invece in vigore la vecchia normativa e i trattamenti di famiglia a loro erogati, quando ne hanno diritto, si chiamano quote di maggiorazione della pensione per carichi familiari.
Tale discriminazione è particolarmente odiosa evidenzia Sonzini dal momento che si parla di famiglie di pensionati con redditi molto bassi. L'ANAP e le altre organizzazioni dei pensionati del mondo del lavoro autonomo, anche attraverso il CUPLA (il Coordinamento Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo), si battono da tempo per far approvare dal Parlamento una modifica della legislazione esistente che parifichi tutti i pensionati, indipendentemente dall'attività professionale svolta nella vita attiva. Tale azione proseguirà anche se, finora, si è ottenuto solamente la presentazione di proposte di legge che poi non sono giunte all'approvazione conclusiva.