Continua l'allarme del mondo dell'edilizia sul blocco dei crediti fiscali, un tema - legato al bonus edilizio del 110% - che rischia di mettere in ginocchio un intero settore in un momento di rilancio dopo i duri mesi trascorsi fra lockdown e la perdurante emergenza sanitaria.
Confartigianato Imprese Piemonte Orientale ha segnalato la situazione difficile che nelle nostre province, dove il mondo dell’edilizia vede oltre seimila aziende fra artigiane e piccole imprese con oltre sedicimila addetti, indirizzando una allarmata lettere ai tre Prefetti delle nostre province. Analoga azione sta avvenendo in tutta Italia a cura del sistema Confederale.
“Siamo preoccupati” scrivono nella missiva Il Presidente e il vicepresidente (e delegato di categoria) di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale, Michele Giovanardi ed Antonio Elia, insieme al direttore Amleto Impaloni, a seguito della situazione che si è verificata dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge “Sostegni ter” che, all’articolo 28, ha introdotto una forte restrizione al sistema delle cessioni del credito nelle operazioni legate alle agevolazioni di riqualificazione energetica ed edilizia degli immobili”.
Con la nuova disposizione, infatti, si limita ad una sola la cessione del credito nelle operazioni agevolate e questo vincolo sta creando notevoli problemi alle imprese del comparto che già affrontano le gravi ripercussioni connesse all’aumento dei prezzi delle materie e al difficile approvvigionamento delle stesse, “E che ora è ulteriormente colpito e disorientato dall’ennesima norma che cambia, in corsa, le regole del gioco. , ritrovandosi con la difficoltà, se non l’impossibilità, di cedere a loro volta il credito, con negative ripercussioni sui flussi di cassa, sulla programmazione dell’attività aziendale e sulla tenuta occupazionale”.
“È auspicabile – chiede Confartigianato Imprese Piemonte Orientale - che le norme in questione vengano rapidamente modificate per consentire la piena ripresa delle attività, ora di fatto sospese per l’incertezza che ne è scaturita. Le norme, pur mantenendo adeguati presìdi di controllo sulla “bontà” dei soggetti che operano nell’ambito della cessione dei crediti, devono consentire un numero adeguato di transazioni fra coloro che partecipano alla filiera dell’intervento e, in ogni caso, ammettere sempre la possibilità di cessioni nei confronti di intermediari finanziari iscritti ai relativi albi”.