Con apposito decreto interministeriale sono state fissate le modalità per l’esonero contributivo dei lavoratori autonomi a seguito della crisi generata dalla pandemia da Covid 19.
“Si tratta di una norma importante, che recepisce le preoccupazione e le richieste di Confartigianato, una necessità inderogabile” spiega Michele Giovanardi, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale .
L’esonero coinvolge titolari, coadiuvanti, collaboratori, lavoratori autonomi ma anche professionisti e altri lavoratori” spiega Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte orientale. I requisiti per ottenere l’esonero devono essere: calo del fatturato/corrispettivi di almeno il 33% nell'anno 2020 rispetto all'anno 2019; reddito anno 2019 non superiore a 50.000€, non essere titolari di reddito da lavoro dipendente subordinato, di pensione diretta, diversa dall'assegno ordinario di invalidità.
Il valore dell’esonero contributivo, per ogni soggetto titolare di posizione contributiva, è di 3.000 euro.
Un pesante condizionamento è però rappresentato dal limite di spesa: ”L'esonero è infatti riconosciuto nei limiti di spesa previsti, quindi in caso di superamento di detto limite l'Istituto provvederà a ridurre l'agevolazione in misura proporzionale alla platea di beneficiari, che dovranno integrare il versamento” spiega Impaloni “così come non è ancora chiaro se i contributi non versati potranno comunque essere considerati in diminuzione quali oneri deducibili”.
Altro aspetto problematico è la richiesta di regolarità contributiva: “Comprendiamo come, formalmente, chi accede all’esonero debba avere una situazione di regolarità contributiva ma in una situazione straordinaria come quella che da un anno e mezzo stiamo attraversando e attraversano gli imprenditori situazioni di irregolarità possono essere frequenti e non ascrivibili a scorrettezze ma a evidente stato di necessità!” aggiunge Amleto Impaloni.
“Chiediamo quindi un rapido chiarimento delle modalità operative” concludono Giovanardi e Impaloni “Così come la definizione chiara e precisa delle risorse a disposizione, di modo che queste ultime siano davvero un ristoro per imprenditori e lavoratori autonomi duramente provati dalla crisi economica, una crisi che – ricordiamolo – non prevede limiti o riduzioni ma solo imprese e persone in gravi difficoltà”.