“L’impresa e il lavoro non sono una questione di genere. E’ tempo di sostenere il talento delle donne con una visione complessiva di rilancio economico e sociale“.
Daniela Biolatto, Presidente di Donne Impresa Confartigianato, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, lancia un messaggio chiaro sulla necessità di un nuovo approccio per garantire l’affermazione delle donne nel mondo del lavoro. “Non accontentiamoci delle quote rosa, che non sono la formula magica per risolvere il problema della parità di genere, degli interventi una tantum e di effimere corsie preferenziali. Il futuro dell’Italia – sottolinea la Presidente Biolatto – dipende da politiche strutturali, sistemiche e coordinate per sostenere la propensione imprenditoriale e favorire l’occupazione, garantendo a tutti, donne e uomini, i servizi pubblici indispensabili per conciliare il lavoro con la cura della famiglia. Lo sviluppo del nostro Paese è responsabilità di tutti. Donne Impresa Confartigianato continuerà a battersi per definire un contesto normativo e culturale che consenta alle imprese femminili a valore artigiano di esprimere al meglio i propri valori e potenzialità, di creare occupazione, generare innovazione, contribuire alla crescita economica e sociale”.
Secondo le rilevazioni dell’Ufficio studi di Confartigianato, nel 2022 l’Italia ritorna all’ultimo posto in Europa per tasso di occupazione femminile. Nel terzo trimestre del 2022 in Italia il rapporto tra occupate e popolazione femminile di 15-64 anni è del 50,9%, ben 14 punti inferiore al 65,1% della media Ue a 27 e addirittura 22,6 punti inferiore al 73,5% della Germania. Ampia la distanza anche con la Francia (66,1%, un gap di 15,2 punti) e la Spagna (59,5%, un gap di 8,6 punti).
La bassa intensità delle politiche di conciliazione riducono la presenza sul mercato del lavoro delle donne con figli. Come evidenziato nel report ‘Le sfide del 2023, tra crisi energetica e guerra nel cuore d’Europa’ presentato dall’Ufficio Studi alla Convention 2023 di Donne Impresa Confartigianato, il tasso di occupazione delle donne senza figli supera di 17,4 punti percentuali quelli delle donne con figli. L’Italia si conferma all’ultimo posto nell’Unione a 27 per il tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni in coppia con figli a carico.
Una analisi controfattuale indica che nell’ipotesi di un dimezzamento del gap di occupazione femminile con l’Europa si registrerebbe un aumento di 1 milione 328 mila donne lavoratrici, pari al 14,0% in più delle attuali 9 milioni 477 mila occupate, portando il tasso di occupazione femminile al 58,0%. Qualora la maggiore occupazione di distribuisse per posizione in modo proporzionale all’attuale stock di donne occupate, e tenuto conto del rapporto tra occupate indipendenti e imprese gestite da donne, alla maggiore presenza delle donne sul mercato del lavoro conseguirebbe anche un allargamento del perimetro delle imprese femminili di 183mila unità, rafforzando la posizione di leadership dell’Italia, primo paese dell’Ue per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome.
L’analisi dei dati elaborati in collaborazione con l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia evidenzia che nel 2022 in Italia sono 1.336.689 le imprese gestite da donne, più di un’impresa su cinque (22,2%) che operano nella nostra penisola. Di queste il 16,4%, pari a 218.950 unità sono imprese artigiane e rappresentano il 17,2% del tessuto artigiano totale.
Le imprese totali gestite da giovani donne con meno di 35 anni sono 146.675, l’11,0% del totale imprese femminili e il 28,1% del totale imprese giovanili; quelle gestite da straniere sono 158.910, l’11,9% delle imprese femminili e il 24,6% di quelle straniere. Nel dettaglio, quelle capitanate da imprenditrici donne, giovani e di origini straniere sono 24.474 e rappresentano l’1,8% delle imprese a conduzione femminile. Per l’artigianato le imprese gestite da giovani donne sono 29.235, pari al 13,4% dell’artigianato femminile, mentre quelle gestite da donne di origine straniera sono 34.457, pari al 15,7% dell’artigianato femminile. Nel dettaglio, l’artigianato con a capo una donna giovane e straniera conta 4.929 imprese, pari al 2,3% dell’artigianato femminile.
A livello territoriale si osserva un maggior peso delle imprese gestite da donne sul totale imprese in Molise (27,3%), Basilicata (26,4%), Abruzzo (25,6%) e Umbria (24,8%). Mentre per l’artigianato l’incidenza delle imprese femminili sul totale è più elevata nelle regioni di Abruzzo (21,9%), Marche (20,1%) e Molise (19,6%). L’artigianato femminile rappresenta quote maggiori dell’imprenditoria femminile in Friuli-Venezia Giulia (23,9%), Emilia-Romagna (22,6%) e Marche (22,4%).
I dati per regione e provincia nell’Appendice statistica ‘Imprese femminili 2022 e dinamica su 2021 e su pre-pandemia per regione e provincia’. Qui per scaricarla.