Capannoni tassati come seconde case: Confartigianato: “Indegno, subito la detassazione degli immobili produttivi”
Imu e Tasi sugli immobili produttivi dividono l’Italia degli imprenditori. Il fisco colpisce capannoni, laboratori, strumenti di lavoro con una ‘giungla’ di aliquote diverse: si va dal 10,34 per mille dell’Umbria alla Val d’Aosta con un’aliquota dell’8,16 per mille.
In vista della scadenza del 16 dicembre dei pagamenti di Imu e Tasi, Confartigianato ha ‘fotografato’ il peso della tassazione immobiliare sulle imprese e ha tracciato una mappa delle aliquote di Imu e Tasi applicate dai Comuni italiani sugli immobili produttivi delle imprese.
Il rapporto della Confederazione mostra che per gli imprenditori l’aliquota media, tra Imu e Tasi, è del 9,97 per mille, molto vicina a quella delle seconde case. Risultato: sugli immobili produttivi (capannoni, laboratori, strumenti di lavoro) i piccoli imprenditori pagano, in media, a testa 3.357 euro l’anno. Ma a far lievitare del 27,3% questa somma è la deducibilità solo del 20% dell’IMU dal reddito d’impresa e la totale indeducibilità dalla base imponibile IRAP. Quindi, oltre ad essere tassati con un’aliquota prossima a quella delle case di lusso, sugli immobili produttivi delle piccole imprese grava una sorta di ‘tassa sulla tassa’ .
Nel 2014, tra Imu e Tasi, gli italiani hanno versato allo Stato 24,7 miliardi di euro. Tra il 2011 e lo scorso anno il prelievo fiscale sugli immobili è aumentato di 14,8 miliardi.
“Sui nostri laboratori, macchinari, capannoni – sottolineano Michele Giovanardi e Amleto Impaloni, presidente e direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale - si concentra un prelievo fiscale sempre più forte, aggravato dalle complicazioni derivanti dalla giungla di aliquote diverse. Che fine ha fatto l’annunciata riforma della tassazione immobiliare all’insegna della semplificazione e della riduzione delle aliquote? Si metta mano subito alla detassazione degli immobili produttivi (capannoni, laboratori, macchinari, attrezzature) che non possono essere considerati alla stregua delle seconde case. Per noi i capannoni sono strumenti di lavoro, non beni di lusso!”