Sono partite le prime bonifiche dell'area militare di viale Piazza d'Armi a Novara dove sorgerà il nuovo ospedale della città: l'ha annunciato il direttore generale del Maggiore Mario Minola durante l'incontro molto partecipato che si è svolto martedì 13 novembre alle 18 nella sede di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale in via Ploto. La nostra associazione ha invitato il sindaco Alessandro Canelli e Minola per conoscere lo stato dell'arte del progetto più atteso e costoso (320 milioni di euro di investimento) e per capire quali concrete ricadute ci possano essere per le aziende locali.
I saluti e le richieste di Giovanardi e Impaloni
Lo ha detto chiaramente il presidente di Confartigianato Michele Giovanardi nei saluti di apertura: "Vogliamo conoscere il progetto, come cittadini e imprese, e capire come potremo farne parte". Il direttore Amleto Impaloni ha posto le domande cruciali: "A che punto è il progetto della Città della salute e della scienza? Che cosa succederà al centro storico quando le otto mila persone che ogni giorno gravitano attorno all'ospedale si sposteranno nella zona sud della città? Quale sarà il futuro urbanistico degli edifici dell'attuale Maggiore?".
Ecco come sarà la Città della salute
Il direttore dell'azienda ospedaliera Minola ha dato indicazioni precise: "Il nuovo ospedale sorgerà nell'area indicata nel 2004 dall'archistar novarese Vittorio Gregotti, cioè nella Piazza d'Armi di Novara e occuperà una superficie di 172 mila metri quadrati. Avrà 711 posti letto, come adesso, ma con un'organizzazione diversa: non più a silos, cioè per reparto, ma per urgenza e i malati saranno suddivisi in base alle cure necessarie. Le camere saranno multimediali, con ogni tipo di collegamento. Il 7 dicembre sarà consegnato il progetto di fattibilità, all'inizio del 2019 sarà bandita la gara che richiederà circa un anno di tempo per la sua aggiudicazione e per l'avvio dei lavori che dureranno quattro anni. La costruzione è prevista con un project financing che oggi è definito Piano di partenariato pubblico-privato in cui lo Stato mette 100 milioni e il concessionario il resto. Sono già partite le opere di bonifica".
Il recupero dell'area attuale: attività commerciali, abitazioni, spazi pubblici e università
Gli aspetti urbanistici sono stati illustrati dal sindaco Alessandro Canelli: "Il progetto del nuovo ospedale va accompagnato da una serie di altre misure di recupero che riguardano aree come il centro sociale per cui sono previsti studentati universitari o l'ex Molino Tacchini che pure ha residenze per giovani ricercatori. L'area attuale sarà riqualificata pensando a un mix di funzioni che prevedono residenziale e commercio per sostenere l'investimento del recupero della parte storica che resterà pubblica e degli altri spazi che vorremmo mettere a disposizione dell'università".
Gli imprenditori locali avranno un posto? "Si, ma si facciano trovare pronti"
Quindi il nodo centrale posto da un imprenditore presente in sala: "Quanto potranno beneficiare di tutto questo le aziende locali?". La risposta più diretta è arrivata da Gian Pietro Savoini, ex direttore amministrativo del Maggiore, che segue questo progetto sin dall'inizio: "Abbiamo già preso informali contatti con le prime dodici aziende edili italiane, le uniche in grado di sostenere un impegno simile insieme con imprese internazionali. Tutte hanno detto che lavorerebbero servendosi di imprese locali perché spostare i loro uomini e mezzi da altre parti di Italia sarebbe troppo costoso e controproducente. Quindi, fatevi trovare pronti".