Si è svolto in una location evocativa dei temi in discussione, Palazzo Giureconsulti a Milano, il convegno “Il restauro guarda al futuro” tenutosi il 13 maggio scorso. Una giornata intensa di lavori organizzata da Confartigianato Imprese e Confartigianato Lombardia con il patrocinio degli Ordini degli Architetti di Milano e Varese, del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano, di ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) e Fondazione Germozzi.
Ad aprire il convegno le parole del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: “Il palazzo in cui ci troviamo oggi è l’esempio di una grande opera di restauro e di recupero di grandissima qualità. In questa sede cerchiamo di declinare l’arte di cui i nostri artigiani si fanno portatori, e che, con nuove tecnologie, hanno oggi la possibilità di fare interventi predittivi prima che sia troppo tardi. Un ruolo importante che porterà ad una formazione più ampia e all’acquisizione di nuove conoscenze, per artigiani restauratori sempre più preparati. Sono assolutamente convinto che Confartigianato sarà in grado, e questo convegno ne è la prova, di capire e cogliere la direzione verso cui il mondo del restauro sta andando, facendo proprie le novità che consentiranno ai professionisti del settore di essere tra i migliori al mondo”.
A portare i saluti del Sindaco di Milano Giuseppe Sala, l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi il quale ha posto un ulteriore accento sulla centralità della tutela del patrimonio pubblico, come espressione essenziale di ricchezza culturale. “Milano come città d’arte – continua Sacchi – custodisce sia dal punto di vista architettonico che da quello del patrimonio civile l’essenza del convegno di oggi: una continua evoluzione verso il futuro della Città”.
“Il parterre di primissimo piano di voci che ha animato questa giornata è segno dell’assoluta rilevanza dei temi in campo – ha spiegato il Presidente di Confartigianato Lombardia e Vice Presidente Vicario di Confartigianato Imprese, Eugenio Massetti – Un settore dove le MPI sono protagoniste assolute con il loro saper fare, competenze sviluppate nel tempo, con pazienza, attraverso lo studio e l’acquisizione sul campo di tecniche in continua evoluzione. Conoscenze e capacità a servizio del bello del Paese, con costanza e dedizione”.
Il Presidente di Confartigianato Imprese Restauro Roberto Borgogno – nel suo intervento di chiusura – ha delineato il valore che apportano momenti di incontro come quello svoltosi a palazzo Giureconsulti: “L’incontro si è proposto di portare l’attività di crescita professionale e formazione sul territorio. Il restauro ed il dialogo con l’innovazione sono oramai la quotidianità della categoria dei Restauratori di beni culturali e della sua attività economica. Progettazione, documentazione e intervento su tutte le superfici, frutto di una manifattura di qualità, devono essere tramandate grazie alle sapienti competenze del Restauratore”. In particolare, nell’ambito del restauro e della conservazione del costruito storico e dei Beni Culturali mobili, le imprese di Confartigianato sono eredi di un sapere tramandato da secoli, che ha fatto del nostro Paese un unicum al mondo, ma che si sta perdendo. Una rete capillare di operatori appassionati del proprio lavoro e consapevoli delle proprie competenze che, però, sanno essere in continua evoluzione, quindi bisognose di continue sfide e di un aggiornamento permanente, in parte sviluppato in collaborazione con Università e centri di ricerca, in parte direttamente sul campo”.
Durante il convegno, moderato da Paolo Gasparoli, Presidente di Confartigianato Restauro Lombardia e Consigliere nazionale, si sono sviluppate alcune importanti riflessioni intorno al tema del futuro del restauro, andando a ricercare, tramite le esperienze proposte dai relatori, metodologie innovative che offrono al settore slanci importanti verso l’integrazione sempre più considerevole degli strumenti digitali.
È emersa la necessità di attivare processi evolutivi diretti alla massimizzazione dell’efficacia e dell’efficienza delle prassi secondo le logiche della conservazione preventiva e della valorizzazione.
Si è posta inoltre la domanda se e quanto i processi innescati da Industria 4.0 e Next Generation EU interroghino il mondo del restauro e al tempo stesso se il mondo del restauro intende farsi sollecitare, direttamente o indirettamente, da quanto di innovativo, inaspettato e impensabile solo 5 o 10 anni fa sta capitando in altri settori industriali.
Questo processo auspicabile di innovazione testimonia la partecipazione a quell’Italia che si interroga, combatte, resiste e compete, spesso tra enormi difficoltà, grazie a una combinazione unica di memoria del passato e voglia del futuro, di competitività e coesione sociale, di resilienza che è fatta di legami territoriali e beni comuni, di equità e giustizia sociale, di collaborazione, solidarietà e, appunto, innovazione.
Un’Italia in equilibrio tra tradizioni e ingegnosità, ricca del saper fare artigiano che abbraccia ricerca, cultura, bellezza, moda, design, buon cibo, turismo e raccoglie le sfide delle nuove tecnologie valorizzate del web e dai social network.