L’artigianato che ci piace. Dialoghi e testimonianze con giovani, famiglie e imprese sul lavoro che attrae. Il progetto social di Confartigianato nazionale nato e pensato con il professor Vincenzo Schettini che vuole promuovere l’artigianato tra i giovani, stimolandoli a sviluppare il sapere pratico, quello che il prof spesso traduce con la sua ormai conosciuta espressione “fate cose”, è stato l’evento clou della sesta edizione della Settimana del sociale di Confartigianato imprese Piemonte Orientale.
In un teatro Coccia di Novara gremito, sono stati proposte riflessioni e spunti, da Paolo Ruffini, regista e attore; lo stesso Vincenzo Schettini, professore e influencer, Giuseppe Lavenia, psicoterapeuta esperto in benessere digitale e divulgatore scientifico. A condurre i loro interventi, Micaela Palmieri, giornalista Rai.
Introdotti da Michele Giovanardi, presidente, e Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte orientale, con l’intervento del sindaco di Novara, Alessandro Canelli., Vincenzo Schettini è salito sul palco fra le ovazioni del pubblico, portando da principio la sua esperienza di insegnante. E quindi, come vede i ragazzi? “Un po’ spenti”, ragazzi che “hanno tutto, e quando hai tutto non cerchi più nulla, non c’è quella fame che ti spinge a cercare, ad andare …”. La scuola cosa può fare? “La scuola è lenta, deve essere lenta. Nella vita ci vuoe, tempo, per riflettere, sbagliare, imparare dagli errori”. E a scuola, il prof. Schettini invita ad andare: “I giovani sono lontani dall’artigianato perché non lo conoscono, affacciamoci nelle scuole ma per catturare la loro attenzione, mostrare i lavori”.
Lavenia, nel suo intervento, ha rimarcato l’importanza della passione, per comunicare con i nostri ragazzi: “I nostri ragazzi non stanno bene, vivono in una bolla dal periodo del covid e non pensano al futuro … la tecnologia si infila là dove si crea il vuoto, a cinque, sei anni il 70% usa youtube … e sono dati di quasi dieci anni fa …”.
“Insegnare ai ragazzi la bellezza della creazione …” suggerisce Paolo Ruffini , un po’ ritornando bambini, le “persone piccole” ma capaci di grandi intuizioni. “Le uniche che hanno fede”, un mondo d’amore in cui l’amore è il contrario di morte e “amore è la prima forma artigianale di vita”-.
Una esortazione finale? “Alzati, fai qualcosa …” irrompe Schettini “ arrivare a 20 anni per iniziare a capire cosa vuoi fare e chi vuoi essere è tardi”.