Lo scorso 12 Agosto 2014 la Corte dei Conti comunicava la sintesi della
relazione della sua Sezione di controllo sulla gestione delle risorse destinate al sostegno
dell'autotrasporto merci. L'indagine ha evidenziato dieci punti sollevando problematiche
note e meno note tra cui alcune già descritte dal Presidente della Confartigianato Trasporti
Amedeo Genedani lo scorso luglio riguardanti il "de minimis" ed altro.
Il Presidente Genedani giudica molto interessanti le valutazioni della Corte dei Conti che
devono essere però stimate, una per una, attraverso un confronto tra le Associazioni di
categoria.
Infatti, non si tratta di contestare, afferma Genedani, l'impostazione data dall'Organo di
controllo che basandosi sui principi della corretta gestione amministrativa statale ha
applicato nella sua indagine i principi fondamentali della legittimità, efficacia, efficienza
ed economicità delle risorse destinate al settore ma di verificare l'impatto che tali risorse
hanno provocato sull'autotrasporto e sul bilancio statale. Orbene, tre sono gli
aspetti principali su cui Confartigianato Trasporti farà una approfondita riflessione:
Questi aspetti vanno sicuramente rimodulati al fine di velocizzare l'erogazione (basti
pensare ai tempi dei rimborsi dei pedaggi oppure per la formazione professionale),
semplificare al massimo le procedure sia burocratiche che fiscali (credito d'imposta
anziché di deduzione) onde evitare improduttivi immobilizzi di somme estremamente
necessarie all'autotrasporto; non certamente per ridimensionarle.
Qualsiasi interpretazione sull'indagine della Corte dei Conti che miri a giustificare un
restringimento delle risorse destinate al settore è fuorviante ed inappropriato, casomai
accanto alle risorse per le spese correnti vanno affiancate delle risorse per le spese
d'investimento. A tal proposito, si potrebbe rendere strutturale il sostegno al settore cioè
rendere stabilmente usufruibili i circa 370 milioni di euro annuali con il vincolo di diminuirli
gradualmente a fronte di somme equivalenti destinate agli investimenti o al verificato
rispetto delle norme che regolano l'attività dell'autotrasporto merci attualmente
spessissimo disattese come quelle ad esempio relative all'applicazione dei costi detti
costi minimi. In altre parole, continua Genedani, lo Stato deve
effettivamente realizzare la riforma del settore varata nel 2005 solo così l'autotrasporto di
merci rinuncerà alla copertura di parte dei costi di esercizio.
La responsabilità quindi del protrarsi nel tempo dell'attuale configurazione degli incentivi
non è dovuta all'azione sindacale protezionistica esercitata dalla Associazioni dell'autotrasporto
ma dell'incapacità dello Stato di riformare se stesso.