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24 Novembre 2020

La protesta dei centri estetici di Confartigianato: "E' assurdo costringerci a chiudere"

La protesta dei centri estetici di Confartigianato: "E' assurdo costringerci a chiudere"

I centri estetici non sono ricompresi nell’allegato 24 dell’ultimo DPCM e quindi non possono proseguire la loro attività. 

Ma perché?

“Lavoriamo da sempre, e dopo il lockdown di primavera ancora di più, con rigidi protocolli di sicurezza: igienizzanti, sanificazione degli ambienti, uso dei dispositivi di protezione per le operatrici e le clienti e solo su appuntamento” spiega Giulia Luan, Rappresentante di mestiere per le estetiste di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale. “Abbiamo scoperto che non siamo fra le attività di servizio alla persona cui il DPCM consente di lavorare - aggiunge - e non ne comprendiamo la ragione …”.

 

“Impedire alle estetiste di lavorare significa non riconoscere il grande sforzo organizzativo ed economico della categoria per rendere ulteriormente sicuri i propri laboratori e spalancare le porte all’abusivismo: le abusive non si fanno certo fermare da un DPCM e lavorano in casa, alimentando in tal modo il pericolo di contagio - spiega Amleto Impaloni, direttore di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale -. La nostra Confederazione nazionale è prontamente intervenuta segnalando all’Esecutivo questa situazione incomprensibile, ci auguriamo che il Governo si ravveda, perché non è una questione né di bonus né di ristori vari. Hanno chiesto a una categoria di mettersi in regola, adeguandosi ai protocolli di sicurezza, questo è stato fatto. Chiediamo che le estetiste possano continuare a lavorare”.


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