Si è chiuso un altro anno durissimo per il comparto delle costruzioni che dall'inizio della crisi ha perso circa 430.000 occupati e 110.000 imprese. Confartigianato edilizia ha aperto un dibattito sul futuro del settore
Avvitate in una crisi profonda che da sei anni miete fatturati, aziende e posti di lavoro, schiacciate da un mercato immobiliare depresso e dal crollo delle opere pubbliche, le piccole imprese delle costruzioni si interrogano sul loro futuro. Il modello imprenditoriale pre-crisi, basato su acquisto del terreno, costruzione e vendita degli immobili si è infranto contro lo stop del mercato immobiliare. A questo modello non se n'è ancora sostituito un altro. La parola d'ordine è ricominciare a crescere, ma artigiani e piccoli imprenditori si chiedono in quale direzione devono andare per uscire dal tunnel della crisi. Confartigianato edilizia ha messo la domanda al centro di una due giorni organizzata a Roma, il 4 e il 5 luglio, in occasione dell'assemblea annuale dell'associazione. Un doppio appuntamento per fare il punto della situazione, tracciare le linee di tendenza del mercato e definire il ruolo che Confartigianato edilizia è chiamata a svolgere all'interno di questo sistema in grande cambiamento.
Costruire nuovo come si è sempre fatto spiega Michele Nicolazzi, delegato della Sezione Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte Orientale ormai diventa impossibile. Mentre rinnovare, ristrutturare ed efficentare, noi pensiamo che sia, e ormai lo abbiamo visto da qualche anno, il lavoro futuro. Certamente questo tipo di processo, o di percorso, deve essere governato in modo diverso, dobbiamo creare tutte quelle strategie, quegli efficentamenti quelle aggregazioni, quel modo di lavorare insieme per obiettivi che dovrà andare a intercettare questo settore delle costruzioni che mentre prima era marginale, oggi sta diventando una fetta, non vorrei dire importante, direi quasi prevalente del mondo delle costruzioni.
La battaglia delle ristrutturazioni si svolgerà sempre più sul terreno della qualità e dell'offerta di interventi a tutto tondo, prosegue Nicolazzi, Circa il 60% del patrimonio immobiliare italiano risale a prima degli anni '70, i bonus fiscali del 50% sulle ristrutturazioni edilizie e del 65% per gli interventi finalizzati al risparmio energetico hanno fatto crescere la propensione dei proprietari di immobili ad effettuare interventi di manutenzione. Dati confermati dall'Ufficio studi di Confartigianato: ad aprile il numero delle ristrutturazioni è aumentato di oltre il 50% rispetto a un anno fa, raggiungendo quota 2.891.169 soggetti interessati.