Il decreto legge 90/2014 compie alcuni passi sulla strada della semplificazione amministrativa che finora è stata costellata da molti annunci e pochi risultati. Tanto che, nell'ultimo anno, le imprese hanno speso in burocrazia 30,9 miliardi, equivalenti a 7.005 euro per ciascuna Pmi e pari a 2 punti di Pil. Nella classifica mondiale sulla facilità di fare impresa, l'Italia è al 23° posto tra i 28 Paesi dell'Ue e in 65° posizione tra i 189 Paesi del mondo.
E' il giudizio sul decreto legge semplificazioni espresso dai rappresentanti di Rete Imprese Italia durante un'Audizione svoltasi nei giorni scorsi presso la I Commissione Affari Costituzionali della Camera.
Rete Imprese Italia apprezza, in particolare, la previsione di adottare moduli standard per gli adempimenti amministrativi, una misura considerata positiva che, però, dovrà essere attentamente monitorata per controllarne l'effettiva attuazione, soprattutto a livello territoriale.
Positivo anche il giudizio sulle semplificazioni degli oneri formali imposti alle imprese per partecipare ad appalti pubblici, sulle misure per accelerare i giudizi amministrativi in materia di appalti pubblici e per contrastare l'abuso di processo. Apprezzati da Rete Imprese Italia anche gli interventi per rendere più veloci e deflazionare i procedimenti di giustizia civile, attraverso l'obbligo del deposito telematico degli atti processuali e l'istituzione dell'Ufficio per il processo.
Tuttavia Rete Imprese Italia non condivide la riduzione di un terzo e in un colpo solo, a partire da gennaio 2015, dei bilanci delle Camere di commercio senza una loro contemporanea riforma organizzativa e funzionale annunciata dal Governo ma non ancora trasmessa al Parlamento. I diritti camerali che si vogliono tagliare ricorda Rete Imprese Italia non incidono direttamente sulla spesa pubblica, poiché sono sostenuti interamente dalle imprese.
Siamo favorevoli alle politiche di efficientamento e razionalizzazione del sistema camerale, che riteniamo necessarie, sottolinea Rete Imprese Italia. Deve essere però prima definita la funzione che dovranno svolgere le Camere di commercio, che hanno finora rappresentato uno strumento fondamentale per il sostegno e lo sviluppo delle economie locali.