‘Traiettorie verso il prossimo futuro' è il tema del report presentato alla convention dei Giovani Imprenditori, un rapporto dell’Ufficio Studi e In collaborazione con l'Osservatorio MPI Confartigianato Lombardia, che misura con uno specifico indice quanto i territori, regionali e provinciali, del nostro paese sono favorevoli ai giovani. “Questo misurando 13 indicatori che afferiscono al lavoro, al fare impresa, alla formazione alla presenza di giovani che non lavorano e non studiano, i cosiddetti Neet” spiega Diego Pastore, presidente dei Giovani imprenditori di Confartigianato in Piemonte. .
Il territorio regionale che presenta un habitat più favorevole per i giovani risulta la Lombardia con un indice di 798 punti, superiore del 27,3% alla media nazionale “Ma il nostro Piemonte segue immeditatamente con 770 punti, superiore del 22,9% alla media nazionale” spiega il presidente Pastore “Fanalino di coda è il Molise con 376 punti, inferiore del -40,0% alla media nazionale”.
Passando alle posizioni provinciali, Cuneo è la provincia italiana più Youth friendly “Le nostre province del Piemonte Orientale si collocano abbastanza bene, tanto che Novara e Vercelli risultano avere una performance verso i giovani definibile medio alta; il Verbano Cusio Ossola ha una maggiore vischiosità sulle nuove imprese guidate da under 35 e sul mercato del lavoro che coinvolge i giovani, con una bassa offerta di lavoro per questa categoria di età”.
Complessivamente, con indici che oscillano tra i 600 e i 655, le tre province del Piemonte Orientale si collocano in una posizione di centro classifica fra le province italiane, con Vercelli e Novara con una migliore performance su Verbania.
Le prime dieci posizioni dei territori provinciali più attrattivi sono quelle di Cuneo con 771 punti, seguono: Bergamo (756) , Vicenza (743), Lecco e Treviso (entrambe con 739 punti), Modena (731), Como con (729) punti, Brescia con (728) punti, Monza e Brianza con (725) punti e Lodi e Verona, (entrambe con 724 punti). All’opposto, le condizioni sono più difficili per le province di Isernia dove l’Indice scende a 413 punti, Foggia (410), Vibo Valentia e Siracusa (entrambe con 404 punti), Taranto (402), Campobasso (393), Crotone con (391), Agrigento (388), Sassari (386) e Caltanissetta con il valore più basso dell’Indice (338).
Questa ‘Italia a diverse velocità’ per l’ambiente che circonda i giovani da un lato favorisce l’attività di 522.086 aziende guidate da under 35, dall’altro è all’origine di un nostro record negativo in Europa. Secondo il rapporto di Confartigianato, infatti, nel 2022 siamo stati il Paese con il più alto numero di giovani tra 25 e 34 anni che non si offrono sul mercato del lavoro: ben 1.568.000, con un tasso di inattività del 25,4%, rispetto al 15% della media europea. La Germania registra il 13,9%, la Spagna il 13,7% e la Francia il 12,7%.
Il fenomeno è peggiorato visto che il tasso di inattività dei giovani italiani è aumentato di 3,4 punti rispetto al 21,9% registrato nel 2004.
Tra gli under 35 che non cercano lavoro prevalgono le donne, pari a 1.033.000 (il 65,9% del totale), a fronte dei 535.000 uomini. Il 55,6% dei giovani inattivi si concentra nel Mezzogiorno, dove il tasso sale al 37,7%, più che doppio rispetto al 16,8% del Centro Nord. Tra gli inattivi tra 25 e 39 anni, ve ne sono 468.100 in possesso di una laurea. Di questi, due terzi sono donne.
“I giovani “sottolinea Diego Pastore “sono il futuro del made in Italy. Ma 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro rappresentano un assurdo ‘spreco’, una vera e propria emergenza da affrontare rapidamente. Il 2023 è l’Anno Europeo delle Competenze , per questo deve essere occasione per cambiare davvero, facendo leva sulla formazione, su un nuovo e intenso rapporto tra scuola e imprese per trasmettere il ‘saper fare’, su misure per sostenere la creazione d’impresa e il passaggio generazionale in azienda”.