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17 Gennaio 2023

Alla "Forma" tutta la pietra trova nuova vita: "Viaggiamo nel tempo e nell'arte per inventare soluzioni su misura"

Alla "Forma" tutta la pietra trova nuova vita: "Viaggiamo nel tempo e nell'arte per inventare soluzioni su misura"

Non era cominciata così per i fratelli Marchi, Marcello e Fortunato. Sono stati ristoratori per quasi vent’anni, a partire dal 1982: acquistavano locali dismessi a Baveno, sul Lago Maggiore, li recuperavano e li rilanciavano gestendoli per qualche tempo, quindi li vendevano. “Ma ad un certo punto – raccontano – ci siamo resi conto che la parte che ci piaceva di più era il restauro, il lavoro che veniva prima dell’apertura”. E da lì è cominciata un’altra storia che si chiama “Forma” e crea elementi per l’arredo e l’edilizia con la pietra, tra arte e artigianato.

La svolta con il nuovo millennio

E' stato il Duemila l’anno della svolta. Dopo un corso all’Accademia delle Belle arti di Milano sulla lavorazione della pietra, i due fratelli aprono un piccolo laboratorio a Baveno. Realizzano sculture e pezzi unici per l’arredamento, che vendono ai mercatini, e l’arte funeraria. Poi  un incontro fortunato cambia la prospettiva del lavoro. Un imprenditore della zona ha preso in appalto il rifacimento del sagrato di piazza Duomo a Milano e cerca aiuto per il rinnovo dei 500 metri di gradini che portano all’ingresso della cattedrale. “Dove adesso si trova il centro commerciale Conad sulla statale del Sempione – raccontano Marcello e Fortunato Marchi – c’era un vecchio laboratorio in disuso e noi ci siamo installati al suo interno. Abbiamo rimesso in funzione una vecchia macchina e un’altra l’abbiamo costruita ex novo con un amico carpentiere: era in grado di movimentare pezzi da 900 chili. Quando abbiamo visto arrivare il primo carico di pietra siamo rimasti senza parole: era enorme”. Gli architetti mandavano i bozzetti su cartone dei vari pezzi e loro li realizzavano: “Sagomavamo ogni elemento secondo le indicazioni dei progettisti. Ad un certo punto abbiamo portato un camper nel capannone e dormivamo lì per lavorare il più possibile, a volte anche di notte, e rispettare i tempi di consegna”.

Un incontro magico nel segno dell'arte

A quel punto la strada è indicata e le commesse si moltiplicano: piani lavoro e cucina, elementi per i bagni, oggetti di arredo, arte funeraria, tutto in pietra. Ma serviva uno spazio, l’altro era stato venduto e stava per diventare l’area commerciale che è oggi. E qui arriva il secondo momento di svolta e un incontro davvero fortunato, quasi magico. I Marchi conoscono i fratelli Luigi e Raffaele Polli, artisti della pietra che avevano il laboratorio esattamente di fronte al capannone in cui avevano lavorato per il Duomo di Milano, sempre sulla statale del Sempione. “Stavano per andare in pensione e cercavano qualcuno che potesse utilizzare il loro spazio: chiuderlo sarebbe stato cancellare un pezzo della storia di Baveno e dell’arte”.

Nel 2022 entrano nel laboratorio, che allora aveva la parte principale all’aperto sotto una tettoia, dove l’artista Raffele Polli e il fratello lavoravano alla creazione delle opere più grandi. I Marchi ottengono il primo prestito rilasciato da Artigiancassa e acquistano il capannone che ristrutturano; di recente hanno acquistato nuove macchine, sempre tramite Confartigianato, attingendo ai fondi della Legge Sabatini 4.0 per dotarsi di una strumentazione digitale.

Due storioni giganti e la storia si sposta in Russia

I lavori iniziali sono stati proprio con Polli: la statua di Winston Churchill all'hotel Lido Palace di Baveno, in ricordo del suo viaggio di nozze sul lago, e il monumento agli Alpini che si trova a Verbania. La prima opera che realizzano da soli è il Titano che troneggia  davanti al loro laboratorio a Baveno, è datata 2011. Ci sono stati poi il monumento al Mulo che si trova a Feriolo e il gigantesco storione spedito ad Astrachan', in Russia, per il principale produttore di caviale: “Aveva scoperto il modo di ricavarlo senza uccidere il pesce e quindi aveva voluto celebrare questo successo imprenditoriale con una installazione nella piazza principale e una copia in gesso per sé – raccontano gli artigiani di “Forma” -. Il Tir è partito da qui carico di due storioni giganti: che fatica imballarli! Ci abbiamo impiegato giorni interi…”.

Tutti i tipi di pietra, a cavallo del tempo

La produzione spazia nella lavorazione di qualsiasi tipo di pietra, dal granito alle beole, dal marmo al serizzo,  proponendo materiale della zona o richiesto del cliente. Così è avvenuto nel 2015 con un americano proprietario di una villa a Lesa che ha fatto spedire dalla Cina il travertino per rivestire duemila metri quadrati della sua proprietà: “Abbiamo scaricato il materiale sotto la neve in un capannone che avevamo affittato appositamente perché non c’era spazio per un carico simile. Poi abbiamo dovuto costruire un macchinario apposito per estrarre ogni pezzo dall’imballaggio che era compattissimo per ridurre al massimo l’impiego di spazio durante il viaggio”.

L'arrivo di Andrea e l'impegno nel restauro

Nel frattempo, dopo gli studi all’Academia di Belle arti, nel 2009 è entrato a far parte della società anche Andrea, figlio di Fortunato: “In fondo sono sempre stato qua – racconta -, ci venivo fin da quando ero un ragazzino d’estate e appena potevo dopo i compiti”. Non è un periodo facile, la crisi scoppiata un anno prima ha piegato metà delle aziende del settore lapideo: “Noi abbiamo puntato sull’abito su misura – racconta i Marchi -. Non abbiamo mai detto di no a un lavoro e ci siamo sempre impegnati a rispondere alle richieste dei clienti o degli architetti che lavoravano per loro. Questa capacità di trovare sempre una soluzione alla fine ha ripagato”.

Con l’arrivo di Andrea e l’aggiornamento continuo nel settore del restauro,  la “Forma” “inventa”  i modi per invecchiare il nuovo e creare pezzi da inserire in contesti di recupero con un effetto simile all’originale. Nel loro laboratorio rivivono lapidi di centinaia di anni fa, mascheroni e vasi  che nascono già “antichi”. “Abbiamo realizzato gli stampi per ricreare i cementi  usati nelle ville d’epoca – raccontano i Marchi - e li abbiamo utilizzati a palazzo Borromeo e nella riproduzione della stele romana trovata nella chiesa di Baveno. Non dire mai di no alla richiesta di un cliente e sperimentare sempre ci è servito”.


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