Andava alla ricerca di materie prime pregiate come cashmere e lana merinos quando la Cina era un’avventura ogni volta imprevedibile e l’Australia un viaggio di giorni. Oggi questa passione c’è ancora ma Gianni Ardizio ha lasciato i grandi gruppi tessili e lavora per sé in una dimensione che coniuga creazione artigianale e vendita diretta al pubblico. La sua società è la G.C. Diffusion snc, presente sul mercato con i marchi Claretta Cerutti (la figlia di Gianni che collabora insieme con la moglie Carla), Gioielli gitani, Acqua di Cannobio e Gioielli del Tibet. Il laboratorio è a Briga Novarese, i negozi sono a Borgomanero, Cannobio (due) e Orta.
Gli inizi negli Anni Ottanta
La sua attività nel mondo del tessile è cominciata 35 anni fa, agli inizi degli Anni Ottanta quando Ardizio acquistava materie prime pregiate per conto di filature biellesi: lana merinos superfine in Australia e cashmere in Cina e Mongolia: “Allora l’Oriente era lontanissimo, fisicamente ma anche da un punto di vista culturale – racconta Ardizio -. Era difficile comunicare, mangiare qualcosa che potesse conciliarsi con i nostri gusti e per fare 100 chilometri impiegavamo cinque ore. Ma era bellissimo e affascinante perché ogni volta era un’avventura e una scoperta ”. In Cina e Mongolia Ardizio visitava gli allevamenti e esaminava la materia prima al microscopio per saggiarne il valore, in Australia controllava la qualità e poi partecipava alle aste in cui comprava enormi forniture.
Poi il mercato è cambiato, le aziende italiane hanno cominciato a sbarcare direttamente in Cina. Ardizio ha utilizzato quanto aveva imparato in quegli anni per un’attività di consulenza e poi ha deciso di mettersi in gioco in prima persona: “Ho voluto dedicarmi a quello che mi piace di più. Da vent’anni creo capi di abbigliamento in cashmere e accessori insieme con mia moglie e poi li vendo. Sempre, però, con la stessa attenzione alla materia prima”.E’ appena tornato da Pitti Vintage: “Le idee si trovano dappertutto, mi piace molto guardare i vecchi libri di moda. Quest’anno abbiamo studiato un gilet-stola di cashmere che si avvolge attorno alla persona e diventa una sorta di giubbotto”. Nei suoi negozi si trovano anche 70 tipi di fibbie disegnate dalla famiglie Cerutti, borse e il profumo inedito Acqua di Cannobio di cui la società ha registrato il marchio grazie a Confartigianato Imprese Piemonte Orientale.
Il sogno nel cassetto è per i giovani
Nel cassetto, però, Ardizio ha ancora un sogno: “Mi piacerebbe creare un corso per i giovani che racconta tutto il processo produttivo, dalla fibra al finito insegnando loro a riconoscere la qualità della materia prima e della lavorazione – dice Ardizio -. Secondo me può rappresentare una marcia in più apprezzata dal mercato. Un giovane che vuole fare il creativo deve sapere tutto, dall’inizio alla fine: lui deve porsi non come un anello della catena ma come tutta la catena che conosce e dirige”.