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02 Maggio 2023

Dall'arte all'ufficio e ritorno con la tecnica del vero batik: "Disegno la seta perché è bellissima e fa stare bene"

Dall'arte all'ufficio e ritorno con la tecnica del vero batik: "Disegno la seta perché è bellissima e fa stare bene"

E’ appena tornata dalla Settimana della moda di Milano dove ha esposto le sue creazioni in uno showroom con “Artisanal evolution”: Enrica Benetello disegna sulla seta con la tecnica del vero batik indonesiano, procedimento lungo e raffinato. Il laboratorio di “Edel art” è immerso nella natura della campagna novarese, a Castellazzo, ma foulard, sciarpe, caftani, cravatte e stole dipinti da lei si possono trovare on line e nelle fiere, soprattutto quelle più prestigiose dedicate alla fibra pregiata che ama: “Io utilizzo la seta pura e naturale – racconta -. E’ bellissima, mi fa stare bene e ha proprietà curative per il benessere del corpo”.

Dall'arte all'ufficio e ritorno

Enrica Benetello ha frequentato il liceo artistico e poi ha lavorato per sei anni con il restauratore Cesare Mussi nel recupero di antichi affreschi e mosaici in tutto il Novarese e in diverse località del Piemonte. “Con lui ho scoperto che il colore è passione e poesia – ricorda di quel periodo -  e che il sacrificio per ciò che ami fare diventa piacere. Ma bisogna sempre avere l’umiltà di imparare e mettersi in gioco”.

Nel 1987 è stata chiamata in un incarico particolare per un’artista: disegnare elicotteri per la Agusta, l’azienda aeronautica italiana. Nel frattempo coltivava il suo hobby: dipingere, immergersi nel colore e nella fantasia su tele, ceramiche, bijoux e poi sulla seta. Ha proseguito anche quando, nel 1996, ha dato un’altra svolta alla sua vita vincendo il concorso come impiegata all’Università del Piemonte orientale.

Dopo l’ufficio, i pennelli rappresentavano un momento di libertà assoluta e l’incontro con la maestra Raffaella Tassinari, scenografa e pittrice, le ha fatto conoscere e amare il batik che da allora Enrica propone dipingendola sulla seta, a cui si dedica in esclusiva: “Ho lasciato i quadri e le ceramiche, da cui sono partita, perché erano statici e invece io desideravo che la mia arte prendesse vita e forma – spiega l'artigiana e artista -. La seta si muove con chi la indossa, svolazza e adorna la bellezza femminile. Sono stata colpita e ispirata da questa possibilità e da allora non sono più tornata indietro”.

E’ il 2012 e Benetello si mette a studiare la seta, segue corsi di decorazione di questo materiale così delicato e particolare e comincia da autodidatta e sperimentare la “sua” pittura che poi porta nelle fiere, dai semplici mercatini alle selezioni più importanti come la Mostra mercato di Bienno, piccolo borgo della Valle Camonica, o l’Artigianato Vivo di Cison di Valmarino dove ha vinto il primo premio.

Il fascino dell'antico batik

Acquista la seta rigorosamente “made in Italy” in provincia di Como e utilizza tinte ad acqua che vengono fissate con il vapore: “La fibra è pura e naturale e questo tipo di colorazione mantiene la sua lucentezza e leggerezza anche se richiede una lavorazione di quattro ore con una speciale stufa. La seta è un materiale speciale da indossare perché mantiene il calore del corpo, sia in estate che in inverno, ed è particolarmente indicato per chi soffre di dolori, come avviene per la cervicale”.

Per dipingere usa varie tecniche, tra cui il batik indonesiano: “E’ una lavorazione elaborata e non facile perché viene eseguita in negativo per cui bisogna avere chiaro fin dall’inizio il risultato finale che si vuole ottenere - spiega l’artigiana e artista -. Il batik viene creato con la cera calda; si parte dal colore più chiaro concludendo dopo svariati passaggi con la tonalità più scura. Dopo la preparazione del disegno si applica la cera sciolta sulle parti che non si vogliono colorare in modo che questa impermeabilizzi le fibre del tessuto impedendo al colore di aderirvi. Per questa operazione si usa uno strumento chiamato “tjanting”, un piccolo serbatoio di rame con un beccuccio che lascia uscire la cera, ma è possibile utilizzare anche pennelli o timbri. Quando la cera si è asciugata si procede con la stesura del primo colore, poi si interviene di nuovo con la cera per continuare la realizzazione del disegno e quindi con la seconda tinta e così via fino in fondo. La cera viene poi eliminata con la carta da giornale e il ferro da stiro e si procede al fissaggio tramite vaporizzazione, al lavaggio e alla stiratura finale”.

Affascinante. Al punto che nel 2018 Enrica decide di dare un’altra svolta alla sua vita e si licenza dall’università per dedicarsi alla sua passione. “La tempistica non è stata proprio azzeccata perché quando stavo cominciando a farmi conoscere è arrivata la pandemia da Covid che ha bloccato tutto – commenta -. Ma appena è stato possibile sono ripartita”.

E lo ha fatto anche in modo speciale: quest’anno è stata selezionata da “Artisanal evolution” per esporre le sue creazioni in una rete di atelier individuati da Confartigianato imprese in collaborazione con la Camera degli Showroom di Milano. “Quando i clienti scoprono l’unicità del prodotto – commenta convinta – tornano a cercarti. La qualità di una capo artigianale si vede, si sente ed è una garanzia”.


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