E’ l’ospite più brillante delle feste da molti anni e potrebbe raccontare di eventi prestigiosi e incontri indimenticabili. Il lamé è eleganza e la “Marfil”, azienda di Asigliano leader nella produzione da decenni, ha saputo trasformare il filo luccicante di oro e argento in un classico della moda rinnovato da una gamma di 28 colori di tendenza e nuove composizioni di materiali: “Creiamo i prodotti su richiesta dei clienti, soprattutto le grandi griffe della moda come Gucci, Prada e Louis Vitton”.
Tutto cominciò dai collant
Non era cominciata così, nel 1981 quando Sergio Bordin aveva avviato una manifattura di filati, nel centro di Vercelli. Il laboratorio aveva macchine per la ricopertura dell’elastomero che veniva usato nella calzetteria, cioè il nylon da collant: i clienti si trovavano quasi tutti nel distretto mantovano. Il lavoro nel settore era quasi un’eredità di famiglia: il nonno Giovanni Bordin aveva lavorato in Montefibre prima in Valle d’Aosta, poi a Ivrea e infine nel Vercellese dove la famiglia si era trasferita. Alla produzione per la calzetteria, nel tempo Bordin affianca la lavorazione di filati lamè per due aziende commerciali torinesi che lo rivendono ai clienti. E’ la nascita della vera vocazione della “Marfil” che quindi acquista il magazzino del settore tessile che la “Cuki-Domopack” sta dismettendo, lascia il nylon non più redditizio e crea un suo campionario: “Abbiamo definito una nostra linea di prodotti che proponiamo direttamente alle aziende tessili e partecipiamo alle fiere del settore, come “FILO”, che si tiene due volte all’anno a Milano, racconta Sergio Bordin con il figlio Alberto entrato in azienda nel 2010.
Gli investimenti green sul capannone e il filato che arriva dalle bottiglie di plastica
Nel frattempo l’azienda ha lasciato il centro di Vercelli e si è trasferita nel capannone realizzato una trentina di anni fa ad Asigliano Vercellese, alle porte della città. Qui la “Marfil” ha investito molto nel segno del risparmio energetico e di una politica green: “Nel 2010 abbiamo eliminato l’eternit e coperto il tetto con pannelli fotovoltaici, ampliati poi l’anno successivo. Oggi circa il 30 per cento del fabbisogno energetico è autoprodotto e il nostro impianto porta un risparmio di immissioni di CO2 nell’ambiente superiore alle 110 tonnellate all’anno” spiega Alberto Bordin. Non è l’unico impegno “verde” dell’azienda vercellese: tre anni fa ha ricevuto la certificazione il GRS (Global recycle standard) promossa da Texile exchange, una delle più importanti organizzazione non-profit a livello internazionale per lo sviluppo responsabile e sostenibile nel settore tessile, che consente l’utilizzo di materie prime riciclate: “Uno dei nostri filati deriva dalle bottiglie di plastica”.
Una palette ricchissima che piace alle griffe
Oggi la “Marfil” conta tredici dipendenti , 40 macchine spiralatrici e cartelle colori con una quarantina di tonalità, la palette storica d’oro e argento e moderne tinte fluo o pastello, e prodotti sempre nuovi che uniscono il lamé a fibre sintetiche, artificiali o naturali quali cotone, lana e viscose. Inoltre negli ultimi anni ha ampliato la gamma dei suoi filati con i tecnici quali sono i Rifrangenti, che grazie ad una particolare presenza di perline di vetro in superficie riescono a riflettere la luce che gli si punta contro. “Il lamé è un filato di nicchia che però non passa mai di moda e viene utilizzato per capi di abbigliamento come maglie, abiti e pantaloni, ma anche calze, nastri e passamaneria e nei dettagli più ricercati, quali etichette elaborate o decorazioni – dice Alberto Bordin -. Abbiamo macchinari che ci consentono di sperimentare soluzioni e sviluppare articoli particolari su richiesta dei clienti, soprattutto le tessiture che lavorano per le griffe come Gucci e Louis Vitton. Noi stessi abbiamo contatti con il laboratorio di maglieria di Prada a cui siamo in grado di offrire filati innovativi che permettono di creare capi speciali”.